Audio e video sui social, il processo ai politici di Poggiomarino celebrato a porte chiuse
La prima svolta nel processo a carico dei politici di Poggiomarino non è rappresentata da una clamorosa novità emersa dal dibattimento – in queste settimane è in corso l’esame dei collaboratori di giustizia che hanno rivelato i segreti delle amministrative del 2020 – ma dalla decisione del Tribunale di Torre Annunziata, sede presso cui è in corso la discussione, di celebrare tutte le udienze a porte chiuse. A partire da quella tenutasi ieri mattina nell’aula Siani del palazzo di giustizia oplontino. Alla base del provvedimento la diffusione su chat e social delle dichiarazioni del primo pentito ascoltato in aula. Le dichiarazioni di Raffaele Carrillo, uno dei tre pentiti che hanno svelato il «sistema-elezioni» che ha portato alla vittoria della coalizione di centrodestra nel settembre del 2020, sarebbero state registrate e poi inviate tramite applicazioni a terze persone. Così ieri mattina, tra lo stupore generale, l’esame del pentito Giovanni Orefice si è celebrato a porte chiuse. I cittadini di Poggiomarino, solitamente molto numerosi alle udienze a carico dei politici, sono così rimasti fuori dall’aula Siani impossibilitati a poter seguire l’evolversi della discussione che si fonda sull’inchiesta che a fine ottobre ha portato agli arresti domiciliari l’ex sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga, l’ex vicesindaco Luigi Belcuore e l’imprenditore-faccendiere – nonché fratello di un assessore – Franco Carillo.
Le prossime udienze si preannunciano cruciali – si ripartirà il prossimo dieci settembre -, anche perché nei prossimi mesi ad essere ascoltato sarà Rosario Giugliano, detto o’ minorenne, e principale accusatore dei politici che restano tuttora ristretti agli arresti domiciliari. Falanga, Belcuore e Carillo finora non hanno ottenuto alcun alleggerimento della misura cautelare, hanno lasciato il regime di detenzione dei domiciliari soltanto per recarsi in tribunale ed ascoltare in prima persona – assieme ai propri legali – quali accuse i collaboratori di giustizia hanno mosso nei loro confronti. Il terremoto politico-giudiziario scatenatosi a ottobre scorso a seguito degli arresti dei politici e dello stesso Rosario Giugliano (tra l’altro giudicato con rito abbreviato per questa vicenda e condannato alla pena di 3 anni e sei mesi) ha portato nei mesi successivi anche allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Oggi a Palazzo De Marinis c’è una triade commissariale che resterà in carica fino al 2027.


