Terzo mandato, De Luca torna all’attacco: «I pinguini romani silenziano i cittadini»
“C’è una cosa che mi indigna: togliere la parola ai cittadini. Ha più titolo a decidere il futuro di un territorio un pinguino che vive a Roma e non ha nessun rapporto con i territori, o un cittadino che vive a Napoli, Salerno, Caserta e può decidere lui quale diavolo deve essere il destino della sua città?”. Intervenendo agli Stati generali della cultura della Campania, Vincenzo De Luca lancia l’ennesima frecciata sulla questione del terzo mandato. Per il ‘governatore’ su questo argomento c’è una “ipocrisia insopportabile”, tenendo conto che “non ci sono vincoli di mandato per i deputati, i senatori, i sottosegretari, i viceministri, i ministri e il Presidente della Repubblica” ha affermato De Luca. “Dicono che c’è una concentrazione di potere – aggiunge – ma è un’idea totalmente idiota. Il potere monocratico non ce l’ha più neanche il Papa. L’unico potere monocratico, forse, è quello del presidente della Repubblica, ma nessuno parla di concentrazione di potere. Dovrebbero chiedere le dimissioni di Mattarella? E’ stato eletto per la seconda volta e può fare pure il terzo mandato come presidente della Repubblica. Se si colloca sulla linea nostra, quella campano-napoletana, potrà arrivare tranquillamente a 20 anni. Come dico sempre ai miei collaboratori, noi siamo qui collocati sulla linea Napolitano-De Mita: campiamo 100 anni, quindi abbiamo altri 25 anni davanti”. De Luca, però, è anche tornato sulla sconfitta ai referendum. “Ho visto che i promotori del referendum hanno cercato di leggere i risultati in maniera un pò arzigogolata. Il referendum ha rappresentato una grande sconfitta, netta e chiara. Avranno votato 12, 13 o 14 milioni, hanno votato quelli che hanno votato, ma la sconfitta è stata netta” ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante la consueta diretta Facebook. “I quesiti referendari erano astrusi, molti dei contenuti dei quesiti erano perfino controproducenti. Al di là di tutte le posizioni autoconsolatorie, è stato un mezzo disastro”, ha spiegato De Luca. “Dopo questo risultato referendario diventa più difficile la battaglia per la tutela della sicurezza sul lavoro e per integrare quella parte di migranti che vive in maniera civile e onesta e che manda i propri bambini a scuola con i nostri figli. Queste battaglie, dopo questo referendum, saranno più difficili e in qualche caso saranno impossibili. Questi sono i risultati degli ideologismi, quando pensano di tradursi in iniziativa politica”. Secondo De Luca, “il dato riguardante il quesito sulla cittadinanza, che ha segnalato una preoccupazione di ampi settori della popolazione italiana sul tema dei migranti e della sicurezza. Anche questo è un tema che va affrontato con molta freddezza, cercando di capire i motivi di preoccupazione di tanti nostri concittadini” ha spiegato. Aggiungendo parlando degli scenari internazionali: “Non ci stiamo mettendo conto del fatto che la democrazia è a fine corsa. La democrazia ha esaurito il suo corso storico. Abbiamo vissuto ritenendo la democrazia un dato acquisito. È una delle tante forme di governo delle comunità umane. Ed è in questo momento una forma di governo assolutamente minoritaria nel mondo” ha detto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “In occidente – ha detto De Luca – la democrazia è a fine corsa. Se guardiamo quelli che sono i caratteri fondamentali di un regime democratico sono saltati tutti. La divisione dei poteri è saltata. La distinzione delle funzioni è saltata. Il suffragio universale che caratterizzava e dava autorità morale ai regimi democratici è saltato. Ormai abbiamo quasi dappertutto governi di minoranza. I rappresentanti del popolo, in modo particolare in Italia, non rappresentano più niente. Sono cooptati che si ritrovano a Roma totalmente privi di rapporti con i territori, con le aree sociali, con il mondo della cultura. I rappresentanti non rappresentano niente”. Poi l’accusa a Fratelli d’Italia L’evento degli Stati generali della prevenzione, organizzato dal ministero della Salute a Napoli il 16 e il 17 giugno, è “una vergognosa marchetta che è stata messa in piedi da Fratelli d’Italia” ha tuonato. “Rispetto a questo evento veniamo da settimane di conflitto con gli organizzatori – ha detto De Luca -. Avevano previsto di fare quell’evento con le conclusioni di una funzionaria del ministero della Salute e non del presidente della Regione. Abbiamo detto che ovviamente non avremmo partecipato all’evento. Poi hanno corretto e per tenere dentro la Regione ci hanno comunicato che veniva il Presidente della Repubblica. A quel punto abbiamo dato il consenso e stavamo organizzando con la Asl Napoli 1 uno stand per la prevenzione. C’era stato detto che ci sarebbe stata una visita di Mattarella. Ho dato disposizione in questo momento di chiedere alla Presidenza della Repubblica se è confermata la visita di Mattarella, perchè se non viene il Presidente della Repubblica noi non parteciperemo a questa vergognosa marchetta che è stata messa in piedi da Fratelli d’Italia”.


