Nessuno ha mai preso in considerazione che Osimhen potesse tornare e restare a Napoli, ma il rischio c’è. Peccato che non come centravanti dei campioni d’Italia, bensì da separato in casa messo ai margini del progetto. Ora che la stagione è finita, e il biondo ossigenato brilla accanto alle medaglie vinte, ciò che resta è il solito amaro in bocca. Perché anche i legami più redditizi hanno un limite di sopportazione.Victor Osimhen, ex re del Maradona, è ormai un corpo estraneo nella geografia tecnica e politica del Napoli. Eppure, resta centrale. Le sue uscite sopra le righe hanno incrinato equilibri e raffreddato l’alchimia costruita a fatica con il club e con l’ambiente. Aurelio De Laurentiis e il suo centravanti vivranno ancora da coinquilini forzati, legati a un contratto che richiede più diplomazia che entusiasmo. Il gelo tra Osimhen e il Napoli si protrae dall’estate 2023, quella immediatamente successiva allo Scudetto con Spalletti. Da allora, tanti no all’Al Hilal e una trattativa infinita col PSG, mai andata in porto. Il punto di svolta arriva a fine 2023: rinnovo fino al 2026 con stipendio da 11 milioni lordi annui, e opzione fino al 2027. Una mossa per blindare il giocatore ed evitare l’uscita a parametro zero. Ma anche un tentativo di guadagnare tempo, mentre intorno il mercato si sgonfiava.Il sogno si incrina nel 2023: il Napoli flirta con l’idea di cederlo per 200 milioni al PSG, ma senza trovare mai l’incastro giusto. Intanto Osimhen segna (17 gol), ma l’intesa con società e spogliatoio è compromessa. Così, il 4 settembre 2024, la svolta: prestito gratuito al Galatasaray, scelta clamorosa per un attaccante del suo calibro. Eppure, la Turchia lo rilancia: 37 reti in 41 partite, prestazioni dominanti, vittorie, e il ritorno dell’interesse saudita.
SPORT
13 giugno 2025
Osimhen rifiuta l’Al Hilal e rischia di essere separato in casa col Napoli