Allarme Bankitalia: «In Campania export a rischio in 3 settori strategici»
Nel 2024 il valore delle esportazioni è mediamente calato in tutto il Paese ma in Campania il calo è stato superiore a quello dell’insieme del Paese (-0,4 per cento) ma inferiore a quello del Mezzogiorno (-5,4 per cento). Ad incidere in maniera negativa su questa flessione è stata la crisi dell’automotive che in Campania è un forte traino dell’economia regionale. I dati emergono dal rapporto presentato nella sede di Napoli della Banca d’Italia e dedicato all’andamento dell’attivita’ economica della Campania per l’anno 2024. La Campania ha vissuto una dinamica negativa a dispetto dei precedenti due anni (2022-2023) nei quali il comparto dell’export era cresciuto di oltre il 29 per cento. “La dinamica negativa – si legge nel rapporto – è principalmente riconducibile al settore dell’automotive (-39,6 per cento), che ha risentito delle incertezze delle case produttrici legate ai tempi della transizione tecnologica; le vendite del comparto verso gli Stati Uniti, il principale paese di destinazione, si sono ridotte di oltre due terzi”. Non solo automotive: “hanno inciso sul dato regionale anche le flessioni nei settori della metallurgia (-18,5 per cento) e degli apparecchi elettrici (-15,6)”. E’ invece proseguita, sebbene a ritmi più contenuti rispetto agli ultimi anni, l’espansione delle vendite estere di farmaci (20,1 per cento) e di prodotti alimentari (4,4). La riduzione dell’export ha interessato sia i paesi UE che extra-UE, in particolare gli Stati Uniti dopo che lo scorso 2 aprile l’amministrazione statunitense ha annunciato un generalizzato inasprimento dell’imposizione tariffaria sulle importazioni. Proprio la minaccia di dazi ha avuto delle ripercussioni sull’export. “Per le merci esportate dai paesi dell’Unione europea – viene analizzato nel rapporto – i dazi salirebbero di 20 punti percentuali sulla maggior parte dei prodotti, con l’eccezione dei settori per i quali sono in vigore altri provvedimenti. Dal 2011 l’esposizione diretta dell’export campano al mercato statunitense ha oscillato fra il 9 e il 12 per cento, attestandosi nel 2024 intorno al valore minimo di questo intervallo, inferiore di circa 1,5 punti percentuali al dato italiano”. In base ai dati medi nel triennio 2022-24, in regione i settori più esposti direttamente al mercato statunitense sono quelli degli alimentari, dell’automotive e degli altri mezzi di trasporto (in particolare quelli dell’aerospazio), che nel loro insieme contribuiscono per circa tre quarti alle esportazioni campane verso quel mercato. I comparti dei macchinari e dell’abbigliamento campani sono presenti sul mercato statunitense ma con un’esposizione ancor minore. Fra questi settori, solo in quello degli altri mezzi di trasporto l’export italiano e’ in media più orientato verso gli Stati Uniti di quello campano. Nel 2024 il numero di occupati in Campania è cresciuto, sostenuto sia dall’aumento di quelli alle dipendenze sia da quello dei lavoratori autonomi. “L’occupazione si è ampliata in particolare nelle costruzioni e nei servizi. Per i lavoratori dipendenti, l’incremento è dipeso ancora in prevalenza dalle nuove posizioni a tempo indeterminato. Le ore lavorate per addetto si sono ridotte; è cresciuto il numero di ore di Cassa integrazione guadagni autorizzate che ha interessato in particolare la produzione di pelli e di mezzi di trasporto. è aumentato anche il reddito delle famiglie, sostenuto dalla graduale ripresa delle retribuzioni e dall’aumento dell’occupazione; l’ampliamento del potere di acquisto ha beneficiato della consistente riduzione dell’inflazione. I consumi in termini reali sono lievemente cresciuti, in linea con l’anno precedente. Circa il sette per cento delle famiglie campane ha avuto accesso all’assegno di inclusione (AdI), la misura di contrasto alla povertà che dall’inizio del 2024 ha sostituito il reddito di cittadinanza; l’incidenza è circa tre volte superiore alla media nazionale. L’indebitamento delle famiglie è cresciuto al ritmo dell’anno precedente, sostenuto ancora dall’aumento del credito al consumo; si è moderatamente ampliata l’erogazione di nuovi mutui, in connessione con l’aumento delle compravendite immobiliari nella seconda parte dell’anno. Il Pnrr spinge le imprese campane, assicurando la liquidità per chiudere in utile i bilanci. “I risultati reddituali del 2024 si sono confermati positivi per larga parte delle imprese campane, favoriti anche dai trasferimenti e dagli ordini legati al Pnrr”, si evidenzia nel rapporto. In particolare il 3,6 per cento delle societa’ di capitali operanti sul territorio regionale è coinvolto nel Pnrr. A queste imprese “è riferibile il 15 per cento del valore aggiunto nel biennio 2022-23 (3,5 e 23 per cento, rispettivamente, in Italia). Esse rappresentano circa un quarto del fatturato nel settore manifatturiero e nelle costruzioni, un decimo nelle altre attività industriali”. I trasferimenti erogati alle società campane hanno interessato 2.300 imprese per un ammontare pari a 452 milioni di euro (l’8,3 per cento del totale nazionale).

