L’assassino di Martina scrive una lettera a Papa Leone XIV
“Trovo aberrante che, dopo un atto così crudele si cerchi frettolosamente e pubblicamente il perdono senza aver prima pagato fino in fondo il debito con la giustizia”. Così, in una nota, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli commenta la lettera di perdono indirizzata al Papa, di cui hanno riferito organi di stampa, scritta dall’ assassino reo confesso di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa la fine di maggio ad Afragola. Una missiva diretta al Pontefice affidata a un parroco volontario che opera all’interno del carcere dove Tucci è detenuto. “Nessuna lettera – sottolinea Borrelli – potrà restituire Martina a sua madre. Comprensione? No. In questi casi serve solo certezza della pena e rispetto per il dolore delle vittime. Mi schiero con forza al fianco di Enza, madre coraggio che oggi chiede semplicemente verità e giustizia. E la società intera deve sostenerla”. Il caso di Martina, ha ricordato Borrelli “ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Martina Carbonaro, come è stato raccontato dalla madre Enza, era una ragazza piena di vita, con sogni e speranze spazzati via in un gesto di brutale violenza”. “La comunità, le istituzioni e la politica hanno il dovere di non lasciarla sola, ora che inizia il lungo cammino verso il processo e, si spera, una condanna giusta e definitiva”, ha concluso il parlamentare.


