Svolta ambientale a Scafati: via al dragaggio del rio Sguazzatorio, interventi da 5 milioni
CRONACA
19 giugno 2025

Svolta ambientale a Scafati: via al dragaggio del rio Sguazzatorio, interventi da 5 milioni

Mario Memoli

Scafati. Intervento di 5 milioni e mezzo per un’estensione di un chilometro e 700 metri con lavori da portare a termine entro la fine ottobre. Sono i «numeri» per il dragaggio del rio Sguazzatorio il cui via è stato dato alla presenza di Fulvio Bonavitacola – vicepresidente della Regione Campania – dalla confluenza di via Fosso dei Bagni.

Dopo i numerosi incontri, richieste, discussioni,  si sta realizzando un grande progetto: “Una straordinaria vittoria di mediazione e costanza, nell’interesse di una comunità che subisce da anni i riflessi dell’inquinamento anche attraverso il fenomeno degli allagamenti”, dice il sindaco Pasquale Aliberti. “Una battaglia che abbiamo combattuto con i denti in Regione da Scafati e che non sarà il punto di arrivo ma la partenza di un grande lavoro di risanamento, per il quale ci battiamo da sempre. Il dragaggio di Rio Sguazzatorio è solo l’inizio di quel progetto ‘Grande Sarno’ per cui lottiamo dal lontano 2014. E’ ora che il Sarno ridiventi risorsa per questo paese”.

Palazzo Mayer ha dato la disponibilità per l’area cantiere dove dovranno soggiornare i mezzi impegnati nei lavori di dragaggio. “Il dragaggio di Rio Sguazzatorio non sarà il punto di arrivo ma la partenza di un grande lavoro di risanamento per il quale mi batto da sempre: il dragaggio del Sarno a partire da Torre Annunziata verso Scafati per il quale abbiamo già dato il nostro placet nell’ambito della conferenza dei servizi. Il risanamento del fiume Sarno vale il sacrificio di una vita, dei 31 anni spesi per Scafati”, conclude il primo cittadino.

Intanto, la Corte di Cassazione  ha accolto il ricorso presentato da un cittadino residente a  Scafati  segnando un significativo punto di svolta nell’ambito di una lunga controversia legale sulla rete fognaria locale datata 2004. Locali e abitazioni di via della Resistenza erano stati invasi dall’acqua a causa di un violento nubifragio e quando aveva chiesto i danni gli era stato risposto che non c’erano responsabilità da individuare in quanto l’evento fu di natura eccezionale e imprevedibile.

L’interessato aveva lamentato una presunta insufficiente manutenzione e gestione della rete fognaria che avrebbe contribuito all’evento dannoso, e aveva quindi intrapreso un’azione risarcitoria. Sia il Tribunale ordinario che la Corte d’Appello  avevano respinto le richieste del cittadino, ritenendo che le precipitazioni in questione avessero natura eccezionale. A distanza di circa 21 anni (era dicembre del 2004), la Suprema Corte ha però cassato la decisione della Corte d’Appello, rilevando una carenza valutativa circa la verifica delle cause effettive dell’allagamento.

In particolare è stato sottolineato come il giudice di secondo grado non abbia adeguatamente accertato se l’evento dannoso fosse effettivamente riconducibile a eventuali inefficienze o carenze  del sistema fognario (che non esisteva). Rinvio alla Corte d’Appello di Napoli, chiamata a riesaminare il caso con specifico riferimento ai criteri e alle indicazioni impartite dalla Cassazione.

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