Il sindaco di Vico: «Orgogliosi di questo evento, palcoscenico di fermento creativo»
Sindaco Aiello, siamo alla vigilia di un evento che è diventato centrale per Vico Equense, portando il nome della comunità e della città in giro per l’Italia e il mondo. Come si sta preparando al Social World Film Festival?
«Alla grande. Abbiamo presentato la rassegna a Cannes, capitale mondiale del cinema e dell’arte, poi a Roma. Venerdì scorso a Napoli. Il Social World Film Festival rappresenta per Vico Equense non solo un evento culturale di rilievo internazionale, ma soprattutto un faro acceso sul talento e sulla creatività delle nuove generazioni. Ogni anno, vediamo giovani provenienti da ogni parte del mondo portare qui non solo le loro opere, ma anche i loro sogni, le loro idee, la loro visione del futuro. È proprio nella passione e nell’impegno di questi ragazzi e ragazze che troviamo la vera forza del cinema: quella di raccontare, di emozionare, di cambiare».
Vico Equense diventa capitale del cinema d’impegno sociale per una settimana. Con quali obiettivi?
«Vico Equense è orgogliosa di essere il palcoscenico di questo straordinario fermento creativo, e come amministrazione continueremo a sostenere ogni iniziativa che valorizzi i giovani e la cultura come strumenti di crescita e dialogo. Ai registi emergenti, agli attori in erba, agli sceneggiatori, ai tecnici e a tutti coloro che si avvicinano a questo mondo con entusiasmo e dedizione, rivolgo un augurio sincero: che questo festival sia per voi un trampolino di lancio, un luogo di ispirazione, ma anche una casa».
In città arriveranno le star del grande e piccolo schermo per una kermesse che ha superato i confini locali: che lavoro c’è dietro al successo di queste edizioni?
«Un lavoro di squadra straordinario. Dallo staff coordinato dal direttore artistico Giuseppe Alessio Nuzzo, agli uffici preposti che ogni anno producono uno sforzo notevole per garantire che la manifestazione abbia il giusto risalto e le dovute attenzioni. E il fatto che questa rassegna abbia raggiunto i 15 anni significa che un segno»
Non ci sarà solo il Festival, ma anche altri importanti appuntamenti. Quali saranno quelli più importanti?
«Stiamo mettendo a punto il programma di eventi estivo che quest’anno ci riserverà tante sorprese e tanti ospiti di grande livello. E nel frattempo, oltre al Festival, abbiamo appena iniziato il Palio di San Renato. Un autentico salto nella tradizione e nella storia della nostra comunità. Non stiamo parlando di una semplice gara a squadre, ma della storia del borgo di Moiano. Una vera e propria festa che sono sicuro sarà un successo strepitoso, perché la storia, la cultura e le tradizioni rappresentano il passato, il presente ma soprattutto il nostro futuro. Venerdì c’è stata l’inaugurazione con una piazza gremita di bambini, giovani, adulti e anziani, una meraviglia di colori ed un mix di emozione incredibili. E se l’abbiamo reso possibile è stato grazie anche ai ragazzi che da mesi sono impegnati per realizzare tutto questo, a chi ha aderito senza indugi e a chi si emoziona e si diverte ancora».
Cosa avete in programma per favorire la destagionalizzazione?
«Fortunatamente la varietà delle nostre caratteristiche ha scongiurato il rischio di una forte stagionalizzazione degli eventi e del turismo mordi e fuggi. In quest’ottica, stiamo puntando su un turismo lento e di qualità che negli ultimi anni ci ha contraddistinto, capace di offrire esperienze autentiche al di fuori dei mesi estivi. Un esempio concreto è il progetto escursionistico de “Le 13 porte”, una rete di sentieri che collega tutte le borgate del nostro territorio, dal mare alla montagna, attraversando paesaggi mozzafiato che ci invidia tutto il mondo. A questo si affianca un ricco programma di iniziative culturali ed enogastronomiche, oggi distribuite lungo quasi tutto l’arco delle stagioni più calde, ma con l’obiettivo di ampliarle ulteriormente anche nei mesi tradizionalmente meno frequentati. L’idea è quella di rendere Vico Equense un modello di accoglienza sostenibile, che valorizza identità, tradizioni e natura in ogni periodo dell’anno».
Come giudica l’impatto turistico sulla città durante lo scorso inverno?
«Sicuramente molto positivo. Le iniziative messe in campo hanno animato la città anche nei mesi più freddi, contribuendo a mantenerla viva e attrattiva ben oltre la stagione estiva. Penso, ad esempio, al ricco programma di eventi natalizi che ha riscosso grande successo: dai concerti nelle chiese e nei luoghi simbolo del territorio, ai Villaggi di Babbo Natale e alle tante attrazioni dedicate ai più piccoli, che hanno riempito di colori e sorrisi le nostre strade. E come non citare la tradizionale sfilata delle Pacchianelle, un evento unico al mondo per storia, folklore e partecipazione popolare, che rappresenta uno dei momenti più sentiti e identitari della nostra comunità. Tutti questi appuntamenti non solo hanno rafforzato il senso di appartenenza dei cittadini, ma hanno anche richiamato numerosi visitatori, contribuendo in modo concreto al processo di destagionalizzazione su cui stiamo lavorando».

