Sparatoria davanti al bar di Scafati: spuntano i video dell’agguato
Scafati. Ci sarebbero un debito di droga e lo sconfinamento nello spaccio, dietro l’agguato al 25enne Giovanni Varroi, noto alle forze dell’ordine, avvenuto davanti al bar Alba in via Martiri d’Ungheria. Le indagini si stanno focalizzando su due linee di indagine principali: le immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza, dislocati nelle immediate adiacenze del luogo del fatto confermano la rapidità esecutiva e la natura pianificata dell’attentato.
Le registrazioni evidenziano un individuo presumibilmente responsabile dell’attacco che, con atteggiamento nervoso, si avvicina alla vittima seduta al volante di un’auto bianca. A seguito di un breve confronto verbale, l’aggressore estrae un’arma e esplode diversi colpi a un ginocchio della vittima.
Gli inquirenti pensano come la modalità esecutiva fulminea suggerisca un’intimidazione mirata piuttosto che un intento omicida, finalizzata probabilmente a riaffermare il controllo del territorio e le gerarchie nel traffico illecito locale. Per gli inquirenti la causa scatenante risiederebbe in un mancato adempimento di obbligazioni economiche o in tensioni derivanti da tentativi di espansione fuori dall’area di competenza attribuita alle organizzazioni criminali coinvolte.
Dopo l’accaduto, il giovane ferito sarebbe salito in sella al suo scooter raggiungendo il pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare. E qui che il giovane ha riferito ai medici quanto accaduto.
I camici bianchi stabiesi dopo le cure prestate hanno informato dell’accaduto i militari dell’Arma che sono accorsi sul luogo indicato e dove è stato rinvenuto un bossolo confermando quanto raccontato dai sanitari, nonostante la reticenza della vittima che avrebbe raccontato di non sapere nulla nè il movente né chi gli avrebbe sparato. Le sue condizioni cliniche, al momento, non destano preoccupazione, sebbene la situazione resti sotto stretto monitoraggio.
Testimoni presenti sul posto, tra cui alcuni amici del ferito, riferiscono di un tentativo infruttuoso di negoziazione verbale, volto a deflettere l’escalation di violenza. Gli inquirenti proseguono nell’analisi approfondita dei filmati e nell’acquisizione di testimonianze, con l’obiettivo di identificare con certezza il responsabile e di ricostruire il movente.
L’ipotesi di una conflittualità interna tra sodalizi dediti allo spaccio rimane preponderante, così come quella di un provvedimento punitivo per inadempienze economiche. Intanto la città torna ad affrontare il problema sicurezza e non mancano ancora le polemiche verso l’amministrazione comunale rea, a detta di Francesco Carotenuto di Scafati Arancione, di non aver preso in considerazione le proposte formulate nel corso dei mesi.
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