Sanità, al top in Veneto: il Sud resta in coda, ma si riduce gap
CRONACA
26 giugno 2025

Sanità, al top in Veneto: il Sud resta in coda, ma si riduce gap

metropolisweb

Roma. Negli ultimi cinque anni migliora la qualità dei servizi sanitari regionali, soprattutto nel Mezzogiorno. E si riduce il gap tra regioni del Nord e del Sud. Ma è comunque il Veneto a raggiungere la migliore performance, con un punteggio del 55%, anche se con ampio margine di miglioramento rispetto al valore ottimale del 100%. Mentre la Calabria, ultima in classifica, si attesta al 23%.

Sono questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto Crea Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, che sarà presentato il 2 luglio a Roma. Lo studio è stato condotto con il contributo di 107 esperti del Servizio Sanitario Nazionale, tra cui professionisti sanitari, utenti, produttori di farmaci e dispositivi, istituzioni, manager di asl e ospedali.

Per misurare l’universalità e l’equità offerti ai cittadini, l’analisi si basa non solo i Livelli essenziali di assistenza, ma anche sui risultati raggiunti in una serie di indicatori come l’assistenza ospedaliera, la specialistica ambulatoriale e la prevenzione, ovvero vaccini e screening per tumori.

“Rispetto al punteggio assegnato alle performance dopo il Veneto, al di sopra del 50%, c’è solo la Provincia autonoma di Trento. Subito al di sotto, ma pur sempre sopra il 40%, – spiega Daniela d’Angela, coordinatrice scientifica del Rapporto – ci sono Bolzano, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia, mentre tra il 30 e il 40% Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. Al di sotto del 30% Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia”.

Resta quindi l’annosa distinzione tra regioni del Nord, dove generalmente la sanità è migliore, e quelle del Sud, che fanno più fatica a stare al passo. I nuovi dati evidenziano, però, una progressiva riduzione delle disparità regionali nelle opportunità di tutela della salute, anche se i livelli di performance sono ancora lontani dai valori ottimali.

“Nel periodo 2019-2024, – prosegue D’Angela – si registra un miglioramento dell’indice complessivo di performance e il gap tra le Regioni più performanti e quelle meno performanti si sta riducendo, ciò è attribuibile principalmente al fatto che i miglioramenti hanno interessato in particolare le regioni del Mezzogiorno e del Centro. L’indice medio di performance regionale è passato dal 35% nel 2019 al 38% nel 2024, indicando un miglioramento generale, ma il Mezzogiorno ha registrato quello più significativo (+0,38%), seguito da Centro +0,09%, Nord-Ovest +0,08% e Nord-Est+0,01%”. Questi dati, concludono i ricercatori, “non sono una pagella ma mirano a migliorare la pianificazione dei servizi”.