Capannone in fiamme ad Angri, incubo ambientale. L’Arpac: «Diossina nell’aria»
CRONACA
27 giugno 2025

Capannone in fiamme ad Angri, incubo ambientale. L’Arpac: «Diossina nell’aria»

Mario Memoli

Angri. Diossine e composti tossici nell’aria con valori ampiamenti superiori alla soglia di accettazione. E’ quanto emerge dai rilievi dell’Arpac Campania dopo il rogo del 21 giugno scorso in via Orta Longa che distrusse il capannone di un’azienda che opera nel settore ingrosso di computer. Le analisi, effettuate nell’arco di 48 ore, evidenziano “la presenza di diossine e composti tossici in concentrazioni superiori ai valori comunemente accettati come soglia di sicurezza”.

Nel primo ciclo di campionamento (dal 21 al 22 giugno), condotto con strumentazione ad alto flusso, è stata rilevata una concentrazione complessiva di diossine pari a 18 pg/Nm³ I-Teq. Il secondo ciclo, tra il 22 e il 23 giugno, ha mostrato un calo dei livelli fino a 3,1 pg/Nm³ I-Teq. Sebbene la normativa non stabilisca un limite di legge per la concentrazione di diossine nell’aria ambiente, la comunità scientifica internazionale fa spesso riferimento al valore guida di 0,15 pg/Nm³.

I valori riscontrati ad Angri risultano dunque ampiamente superiori al parametro di riferimento, specialmente nelle prime 24 ore successive all’incendio. Intanto per quel vasto incendio le indagini continuano da parte degli inquirenti.

Le fiamme avevano distrutto  il capannone di circa 4000 metri quadrati adibito ad ingrosso computer e adiacente al mercatino dell’usato.  Svariate decine di migliaia di euro il danno arrecato. La struttura era collassata in pochi attimi  con l’incendio che era stato domato dopo diverse ore. Il rogo è divampato tra via Avagliana e via Orta Longa, all’interno dei locali occupati da “Computer Service”, azienda che si occupa di vendita all’ingrosso di pc e componenti informatica e di assistenza, e adiacenti a quelli dove si tiene il mercato dell’usato. I vigili del fuoco avevano chiesto l’intervento dell’Arpac per i controlli di sua competenza, comprese le valutazioni sulla qualità dell’aria: per diverse ore dal luogo dell’incendio si era infatti alzata una densa colonna di fumo che ha impregnato la zona, causata dalla combustione dei materiali contenuti nella struttura, tra cui tessuti e plastica. Ora gli esiti dei primi esami con diossina e composti tossici “ampiamente sopra la soglia del limite consentito”.

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