Le reliquie di San Giuseppe arrivano in Santuario
San Giuseppe Vesuviano «accoglie» le reliquie del Santo Patrono, in esposizione al Santuario in un fine settimana dedicata ad approfondire la figura del falegname di Nazaret. La storia di questo personaggio e quella della comunità hanno legame fortissimo da oltre due secoli. Ed è grazie a questo rapporto che è nato a inizio Novecento il Santuario che porta il nome di San Giuseppe. Un pezzo del bastone e del manto del padre putativo di Gesù, conservate presso la Basilica di San Lorenzo a Firenze, giungeranno all’ombra del Vesuvio. Un evento molto attesa dalla comunità religiosa e dai padri giuseppini del Murialdo. Sarà il priore monsgnor Domenico Viola a consegnare le reliquie alla città. Fondamentale il contributo di Pasquale Del Giudice, membro del comitato dei portatori, insieme ad Alfonso Di Somma e a tutta l’associazione. «Tutti i confratelli giuseppini riconoscono in San Giuseppe il loro modello e patrono. – spiega il padre giuseppino Giuseppe d’Oria – Egli, nell’umiltà e nell’offerta totale di sé stesso, educò e custodì il Figlio di Dio vivendo, per Lui e con Lui, una vita ispirata a grande fiducia verso il Padre». «Le reliquie che accoglieremo sono la presenza tangibile della nostra fede attraverso la intercessione di colui che svolse il compito insieme alla Madonna di genitore terreno di Gesù. Dobbiamo molta gratitudine a Papa Francesco che nel 2021 volle l’anno santo giuseppino. Da allora intorno alla nostra comunità si è creato un fermento che va anche oltre il perimetro parrocchiale», dichiara padre Rosario Avino parroco del santuario.
Gli appuntamenti – La intensa due giorni di spiritualità, fede e cultura apre ufficialmente il percorso che porterà al centenario della presenza giuseppina nella comunità vesuviana e che cadrà il 15 dicembre del 2028. Una tavola rotonda tesa ad approfondire e attualizzare la figura del falegname di Nazaret si terrà sabato 28 giugno alle ore 10:30 presso il Centro giovanile dei giuseppini del Murialdo (ex Seminario) e farà da apripista al fine settimana giuseppino. Ad essa parteciperanno don Sergio Antonio Capone responsabile della custodia delle S.S. Reliquie della diocesi di Salerno-Campagna, Acerno, padre Giuseppe d’Oria giuseppino del murialdo e vice provinciale della provincia italiana e ovviamente Mons. Marco Domenico Viola priore della Basilica di provenienza delle reliquie. Modererà i lavori Rosa Carillo Ambrosio collaboratrice de l’Osservatore Romano. Nello stesso pomeriggio alle ore 17 verrà effettuata una processione solenne delle reliquie con partenza da piazza Elena D’Aosta verso il santuario di San Giuseppe cui seguirà il Santo Rosario e la Santa Messa cantata dalle ancelle di Cristo Re e animata dal gruppo dei portatori di San Giuseppe. Il giorno seguente domenica 29 giugno le reliquie verranno offerte alla devozione dei fedeli per l’intera giornata a partire dalle ore 07 sino alle ore 21. A conclusione dei due giorni ci sarà alle ore 21 una catechesi-concerto a cura della fraternità Evangelii Gaudium e in fine la benedizione con il bastone di San Giuseppe. Gli appuntamenti di sabato e domenica prossima verranno anticipati venerdì 27 giugno alle ore 21:30 da una passeggiata per il centro storico guidata dal divulgatore scientifico Gennaro Barbato a cura della Pro Loco di San Giuseppe Vesuviano mentre domenica 29 giugno presso la casa canonica si terrà una mostra fotografica sul nostro santuario a cura della Pro Loco di San Giuseppe APS.
Il culto – Il culto verso il padre putativo di Gesù, è molto significativo in questa comunità, che proprio da questa devozione prende il nome di San Giuseppe Vesuviano. Tutto inizia sul finire del 1800 quando la statua del santo arrivò nella comunità che allora era di pertinenza dei Medici di Ottajano. A causa di un forte temporale gli accompagnatori della stessa chiesero di ripararla nella chiesetta della comunità locale. Lì dove oggi sorge il Santuario costruito a inizio novecento, affidato poi nel 1928 ai padri Giuseppini. Il Santuario ospita le reliquie di Carlo Acutis e le spoglie di don Gino Ceschelli, il parroco massacrato dai tedeschi nel 1943.

