Torre del Greco, la bandiera palestinese sulla scalinata della villa comunale
Torre del Greco. Un gesto silenzioso, ma potentissimo: nella notte, le scale della villa comunale di Corso Vittorio Emanuele si sono trasformate in una bandiera. Verde, bianco, nero e rosso: i colori della Palestina. Una scala che, per chi la guarda oggi, è diventata un manifesto. Non solo di solidarietà internazionale, ma di dissenso locale. Perché quella bandiera dipinta sui gradini non è solo un atto d’amore verso un popolo sotto assedio. È anche una denuncia diretta alla politica cittadina.
La figuraccia del consiglio comunale
Tutto nasce da un momento buio della politica cittadina. In settimana, il consiglio comunale avrebbe dovuto votare un ordine del giorno contro la guerra in Palestina, ma al momento della discussione diversi consiglieri comunali di maggioranza e opposizione hanno abbandonato l’aula. Risultato: numero legale caduto, ordine del giorno saltato. Un’occasione sprecata e una fuga dalle responsabilità che ha indignato gran parte della cittadinanza. Ma ora è la città stessa a parlare. Con il linguaggio diretto dell’arte urbana. Una risposta popolare che sale i gradini della dignità perché la scalinata ridipinta non è solo un atto simbolico, ma una presa di posizione inequivocabile: Torre del Greco non vuole restare neutrale di fronte ai massacri, alle bombe sugli ospedali, ai bambini sepolti sotto le macerie.
Il luogo simbolo
La scelta del luogo è tutt’altro che casuale: la villa comunale è simbolo del centro urbano, visibile, attraversato ogni giorno da studenti, famiglie, anziani. La bandiera palestinese lì, in alto, visibile da chiunque salga da via monsignor Felice Romano è diventata oggi un altare civile della coscienza collettiva, proprio nel giorno in cui parte la storica festa dei Quattro Altari.
L’etica che manca alla politica
La scena che molti cittadini hanno davanti agli occhi è surreale: da un lato, un’istituzione che si gira dall’altra parte; dall’altro, cittadini che di notte, con pennelli e colori, ricordano al mondo che a Torre del Greco c’è ancora chi si indigna.

