Politica e camorra: a Pagani arriva la commissione d’accesso
CRONACA
28 giugno 2025

Politica e camorra: a Pagani arriva la commissione d’accesso

Mario Memoli

Pagani. Appalti pubblici e presunti infiltrazioni del clan Fezza/De Vivo nella macchina amministrativa: dopo le accuse della Dda di Salerno mosse a carico 16 persone tra cui il sindaco De Prisco e l’assessore Pietro Sessa, il Prefetto di Salerno Francesco Esposito, su delega del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha nominato la Commissione di indagine  presso il Comune di Pagani.

La squadra di ispettori, a lavoro da domani, è composta da Anna De Luca,  Viceprefetto, dal capitano dei carabinieri Luigi Maria Cappa e da Sergio Rivetti, funzionario dell’Amministrazione dell’Interno. L’accesso avrà durata di tre mesi, prorogabili una sola volta per ulteriori tre mesi.

“Apprendiamo dell’avvio dell’attività della Commissione d’indagine presso il nostro Comune, disposta dalle competenti autorità. Rinnoviamo la massima disponibilità a collaborare con trasparenza e senso delle istituzioni, affinché venga fatta piena luce su ogni aspetto oggetto di verifica, come atto dovuto derivante dalle indagini di novembre scorso”, ha dichiarato il primo cittadino Lello De Prisco  in riferimento è all’attività istruttoria avviata in seguito a indagini risalenti al novembre 2024, che hanno portato all’attenzione del Ministero dell’Interno presunte criticità nell’operato amministrativo del Comune.

La nomina della Commissione d’indagine rientra tra gli strumenti previsti dalla normativa per l’accertamento di eventuali forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata nella gestione dell’ente.

Nell’inchiesta del pm della Dda di Salerno Elena Guarino il primo cittadino risponde  di turbativa d’asta e l’assessore al Commercio Sessa  di falso ideologico. Sul registro della procura figurano inoltre Alfonso Marrazzo di Pagani (ex consigliere comunale e assessore all’ambiente già condannato per una vicenda legata alla cosca della Lamia) e altri tra imprenditori e faccendieri.

Nell’operazione di mesi fa venivano contestati, a vario titolo, i reati di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale.

La vicenda  è relativa all’operatività imprenditoriale ed economica del clan Fezza-De Vivo, che attraverso l’imprenditore Alfonso Marrazzo  nonché consigliere comunale di Pagani per circa venti anni ed assessore all’ambiente fino al 2016, mediante la cooperativa Pedema di cui era presidente, società che sarebbe stata utilizzata dal clan Fezza-De Vivo, per infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo della amministrazione comunale.

Secondo la pubblica accusa Marrazzo, attraverso la cooperativa, sarebbe riuscito  ad ottenere (dietro assunzione di figlio e nuora), in maniera illegittima anche mediante un continuativo scambio di favori e prestazioni, appalti pubblici comunali quali la gestione del locale cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade comunali, ed altri servizi pubblici asseritamente di somma urgenza, compreso quelli connessi alle emergenze causata dalla pandemia Covid 19, soprattutto per quanto riguardava la sanificazione, quest’ultima eseguita in frode al capitolato d’appalto.

La volontà di condizionare la struttura amministrativa, tramite il potere imprenditoriale ed economico acquisito dalla cooperativa Pedema, avrebbe indotto il clan Fezza-De Vivo a tentare di condizionare le elezioni amministrative del comune di Pagani, imponendo il voto in favore di propri candidati estranei alla coalizione, poi risultata vincitrice delle elezioni, salvo tentare di instaurare rapporti con quella che aveva portato Raffaele De Prisco a guidare l’ente di Palazzo San Carlo.

In attesa di nuove mosse della Dda salernitana il prefetto di Salerno su input del ministero dell’Interno ha deciso per una commissione d’indagine che durerà a Palazzo San Carlo dai tre ai 6 mesi: saranno passati al setaccio soprattutto appalti pubblici e affidamenti di gare.

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