Aumenti di gas e luce, le bollette torneranno a salire
La crisi energetica
29 giugno 2025
La crisi energetica

Aumenti di gas e luce, le bollette torneranno a salire

Marco Cirillo

L’indipendenza energetica è una priorità per il 95% degli italiani, ma solo il 37% sarebbe disposto a sostenere costi maggiori per raggiungerla e un altro 62% teme aumenti in bolletta. Il consenso sul nucleare cresce invece dell’8%, fino a raggiungere la maggioranza dopo una corretta informazione, segno che una comunicazione chiara e può incidere significativamente sulla percezione pubblica delle nuove tecnologie. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal gruppo Havas e presentata presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, nel corso dell’evento ‘Transizione energetica: un progetto comune per l’Italia’, organizzato su iniziativa dei parlamentari di Forza Italia, Annarita Patriarca e Alessandro Cattaneo.

Le previsioni future sui costi dell’energia fra gli italiani sono quindi negative. Del 62% che si aspetta aumenti in bolletta, il 21% pensa saranno “significativi” e il 41% “moderati”, mentre una riduzione è attesa solo dal 14%. Speculazione dei mercati (33%) oltre a logiche geopolitiche e crisi internazionali (24%) sono le principali cause di questo scetticismo. Accanto a questi aspetti, resta forte l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, considerata prioritaria dall’84% degli intervistati, con una sensibilità particolarmente marcata tra le donne.

Tuttavia, la disponibilità a sostenere costi aggiuntivi per utilizzare energia più pulita rimane limitata, segno che anche su questo fronte serve un maggiore coinvolgimento e una comunicazione più incisiva.

L’aumento è comunque già dimostrato dai fatti, alla luce della guerra tra Iran e Israele. Lo stesso ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intervenuto all’evento, ammette “attenzione e timore” sul tema perché “gran parte dell’energia europea passa dal Golfo Persico e un eventuale blocco di Hormuz significherebbe mettere a rischio quasi il 40% del petrolio e più del 20% del gas europeo”. Secondo Pichetto “non è una questione quantitativa per l’Italia, ma di conseguenze sui prezzi, già oggi vediamo come le quotazioni di gas e petrolio siano cresciute”. Secondo gli esperti delle aziende, sostiene infatti il ministro, “c’è stato un rialzo immediato del prezzo del Brent e del 5% del prezzo del gas”.

Numeri che si aggiungono a quelli diffusi nella Relazione annuale di Arera, dai quali era emerso che nel 2024 i consumatori domestici del nostro Paese avevano pagato il gas il 15,1% in più del resto dell’Area euro (13,1 centesimi al kWh), con tariffe superiori del 5,3 percento rispetto alla media. E non è andata meglio per quel riguarda l’energia elettrica, visto che nonostante una diminuzione generalizzata in Europa, sebbene con intensità diverse (la media dell’Area euro è 14%, ma si va dal -2,7% della Germania al -20,2% della Francia), l’Italia ha perso nuovamente competitività rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei.

Il rapporto Arera.

Nel confronto internazionale con i principali Paesi dell’area Euro, il prezzo medio del gas naturale per i consumatori domestici in Italia ha registrato nel 2024 un aumento significativo del 15,1 per cento. È quanto sostiene l’Autorità di regolazione per energia, reti ed ambiente (Arera), presentando alla Camera la relazione annuale sul 2024.

Contrariamente a quanto accaduto nel 2023, i consumatori italiani hanno pagato tariffe superiori del 5,3 per cento rispetto alla media dell’area Euro (-8,3 per cento nel 2023). L’aumento è sostanzialmente riconducibile a due fattori: la crescita dei costi di rete e, soprattutto, quella della componente fiscale. Nel 2024, infatti, sono esauriti gli effetti degli interventi governativi che avevano stabilito la riduzione dell’Iva al 5 per cento e l’azzeramento temporaneo degli oneri di sistema che aveva, di fatto, annullato l’impatto di questi ultimi sul prezzo del gas.

Il 2024 ha visto una ripresa dei consumi mondiali di gas, con una crescita del 2,8 per cento che ha portato il valore a un nuovo picco storico, trainati soprattutto dai Paesi dell’area Asia Pacifico, che hanno assorbito oltre il 45 per cento della domanda incrementale. Sul fronte della produzione l’aumento è stato dell’1,4 per cento circa. Gli stoccaggi (media Ue) hanno chiuso la stagione invernale 2024-2025 con riserve inferiori di circa 27 miliardi di metri cubi rispetto alla precedente, per un livello di riempimento del 34 per cento contro il 59 per cento. Al momento gli stoccaggi italiani sono pieni al 62 per cento.

“Esauritisi quasi tutti gli effetti degli interventi governativi a sostegno delle famiglie in difficolta’ economiche per compensare i forti aumenti delle bollette registrati nel 2022, il confronto dei prezzi internazionali” di elettricita’ e gas nel 2024 “e’ tornato a mostrare il divario pre-crisi con principali Paesi europei” si legge nella relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera).

Il Codacons.

Il governo deve intervenire per evitare l’ennesima batosta sulle bollette degli italiani. Lo afferma il Codacons, commentando l’allarme lanciato da Arera circa gli aumenti delle bollette elettriche a causa degli oneri che i concessionari dovranno versare allo Stato per il rinnovo delle concessioni. Già oggi gli italiani pagano con le bollette della luce balzelli che nulla hanno a che vedere con i consumi energetici. – denuncia il Codacons – Attraverso gli oneri di sistema addebitati in bolletta si finanziano infatti attività legate alla dismissione delle centrali nucleari, agevolazioni per il settore ferroviario, ricerca di sistema ecc., tutte voci che fanno salire la spesa degli utenti e che non riguardano in modo diretto le forniture energetiche.

Per tale motivo il governo deve intervenire per evitare l’ennesimo balzello a carico dei consumatori rappresentato dai nuovi oneri per le concessioni, che farebbe lievitare le fatture della luce degli italiani: in caso contrario il Codacons valuterà possibili ricorsi per bloccare tale disposizione, conclude l’associazione. Che chiede un intervento immediato al Governo Meloni alle prese con una crisi internazionale, anche di relazioni, ma vissuta precedentemente.