Sarno, il Comune rischio default per i risarcimenti: l’ipotesi del «modello San Giuliano» per i danni della frana
CRONACA
1 luglio 2025

Sarno, il Comune rischio default per i risarcimenti: l’ipotesi del «modello San Giuliano» per i danni della frana

Mario Memoli

Sarno. Frana del 5 maggio 1998, il Comune di Sarno si trova di fronte a una possibile esposizione finanziaria da 50 milioni di euro per il risarcimento del danno. Una cifra che, in caso di accoglimento integrale delle richieste, avrebbe un impatto strutturale sul bilancio dell’ente, fino al rischio concreto di dissesto. Si punta sul modello San Giuliano.

L’amministrazione, guidata dal sindaco Francesco Squillante, è pronta a riconoscere la propria quota di responsabilità, ma richiama un principio di parità di trattamento istituzionale rispetto ad altri precedenti simili, come quello di San Giuliano di Puglia. In quel contesto, lo Stato assunse un ruolo diretto nel percorso risarcitorio, escludendo il totale trasferimento dell’onere sull’ente locale. Il documento che sarà discusso in aula delinea tre ipotesi operative.

La prima prevede l’assunzione parziale della responsabilità civile, con la previsione di un piano pluriennale di pagamento tramite la decurtazione del Fondo di Solidarietà Comunale: 100mila euro l’anno, da destinare al ristoro dei familiari delle vittime. Una soluzione che avrebbe ricadute dirette sulle politiche sociali, penalizzando i servizi essenziali.

La seconda ipotesi, subordinata all’eventualità che venga attribuita al Comune la totalità dell’onere risarcitorio, prevede un piano straordinario di valorizzazione e alienazione del patrimonio immobiliare comunale. La liquidazione di asset pubblici sarebbe un’operazione straordinaria e residuale, ritenuta necessaria solo in caso di carico economico insostenibile per l’ente.

La terza direttrice d’intervento è di carattere politico-istituzionale: il sindaco Squillante ha già interessato il Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso il sottosegretario Sandra Savino, proponendo un modello ispirato all’esperienza di San Giuliano. La richiesta è che lo Stato si faccia carico, in quota parte o in misura prevalente, della componente risarcitoria, evitando così che l’intero peso ricada su un bilancio comunale che non ha le capacità strutturali per farvi fronte.

La sentenza della Cassazione impone al Comune di affrontare una fase delicata, in cui si intrecciano responsabilità civili, limiti contabili e sensibilità politica. Il rischio è che un’impostazione non condivisa a livello istituzionale determini un pregiudizio finanziario irreversibile per Sarno, con inevitabili ricadute sulla fiscalità locale e sulla qualità dei servizi ai cittadini. Il Consiglio comunale sarà quindi chiamato non solo ad assumere una decisione formale su un atto politico di rilevanza storica, ma anche a definire una strategia di tenuta finanziaria e di tutela dell’ente.

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