Castellammare. Corrado a Vicinanza: «Un anno perso, possiamo recuperare»
Castellammare. «Usciamo dalla sindrome dell’assedio. Non è possibile che appena si alza una voce critica subito si pensi che ci sia chi sta lavorando per mandare a casa il sindaco». Nicola Corrado, dirigente nazionale del Partito Democratico, interviene così nella discussione politica delle ultime settimane che sembra aver creato tensioni all’interno della maggioranza che sostiene il primo cittadino di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza.
Corrado, è stata proprio la vostra area politica a proporre Vicinanza come candidato sindaco.
«Dirò di più, personalmente mi sono battuto per la sua candidatura quando in pochi ci credevano e rivendico di aver svolto quel ruolo perché ha permesso di superare le divisioni nel campo del centrosinistra. Certo, poi forse nelle ultime settimane prima delle presentazione delle liste si è andati oltre».
Cosa intende?
«Che poi l’ansia di vincere ci ha portati a costruire una coalizione mostruosamente grande. E quando vuoi vincere a tutti i costi devi essere consapevole che quei costi si pagano».
Tuttavia la maggioranza finora ha retto, nonostante qualche voce critica che si è alzata nel centrosinistra. Come la vostra.
«Bisogna uscire dalla bolla mediatica della propaganda, dalla sindrome dell’assedio ed analizzare i fatti. In questo anno non si sono messe le basi per costruire la città del futuro, siamo in ritardo, ma ce ne restano altri quattro».
Quali ritardi rileva?
«Quest’amministrazione è fortunata, perché grazie al lavoro della Regione Campania e delle giunte precedenti abbiamo recuperato il mare. Un appuntamento storico che rappresenta una vittoria a metà, perché dopo un anno non abbiamo messo in campo un’idea su cosa fare dalla Caserma Cristallini fino a Marina di Stabia. Per citare un’espressione cara al sindaco lo “sfasciume” resta “sfasciume”, con l’aggravante del mare».
Ma il Puc non è stato bloccato dal Pd?
«Non si può liquidare così la questione. Va fatto un ragionamento».
Prego.
«La Sinistra storicamente ha avuto un sogno. Ovvero liberare la linea di costa e realizzare il boulevard del mare così come l’aveva disegnato Fucsas. Quel sogno è stato sfigurato quando fu bocciato in consiglio comunale il provvedimento portato dalla giunta Vozza. In quel momento si materializzò un partito trasversale che voleva costruire migliaia di case lungo via De Gasperi. Quest’ultima impostazione è stata recepita nel Piano Urbanistico Comunale adottato dalla giunta di Gaetano Cimmino».
Però il Puc su cui si discute oggi è stato modificato dai commissari straordinari.
«Ma resta una visione, che è la sommatoria di interessi particolari. Approvare questo Puc sarebbe un errore. L’amministrazione dovrebbe avere il coraggio di ripartire dal sogno della Sinistra, elaborato da Fucsas. E in tutto questo c’è un risvolto ancora più grave».
Ovvero?
«Che la città non è mai stata chiamata a discutere del provvedimento più importante che riguarda il suo futuro. Lo stesso discorso vale per il piano spiagge, dopo un anno dal recupero del mare non abbiamo mai fatto una discussione. La preoccupazione che ci sia una regia che non ritiene utile allargare il confronto è fondata e rischia di portare a commettere degli errori, come ad esempio la delibera per le concessioni demaniali, che è sbagliata nell’impostazione e va ritirata».
Colpa anche del Pd che non assume la guida della maggioranza?
«In un sistema elettorale maggioritario il capo della maggioranza è il sindaco. Ho condiviso la sua scelta di nominare personalmente gli assessori ed è un’autonomia che deve custodire gelosamente. La responsabilità del Pd, come guida della maggioranza di centrosinistra, dev’essere quella di definire un’agenda politica delle priorità amministrative, ma a questo discorso si aggancia una preoccupazione che anche attraverso il nostro riferimento Sandro Ruotolo abbiamo espresso più volte negli ultimi mesi».
Si riferisce alle infiltrazioni della camorra?
«Castellammare porta addosso la ferita dello scioglimento. A me l’impostazione che questo tema riguardi gli inquirenti, mentre la politica fa la politica non convince. Lo trovo un ragionamento debole, che fa arrivare la politica sempre dopo, quando è troppo tardi. Noi pensiamo che la camorra ha votato alle ultime elezioni e la camorra non ha ideologie, anzi per massimizzare il risultato punta sui singoli candidati. Che la camorra sia ancora forte non lo diciamo noi, ma l’ultimo rapporto della Dia che dice che ha Castellammare c’è una “signoria accettata” dal contesto sociale. Noi dobbiamo governare consapevoli che bisogna contrastare questa idea che con la camorra si può convivere, altrimenti non determineremo mai le condizioni di sviluppo».

