Urbanistica e welfare, le «zavorre» del Comune di Torre del Greco: «Mancato il 50% degli obiettivi strategici»
Torre del Greco. Fosse una pagella scolastica, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella sarebbe stata promossa con il minimo dei voti e bocciata in due settori-chiave per lo sviluppo e il rilancio della città: l’urbanistica e le politiche sociali a sostegno delle fasce deboli del territorio. È il risultato della relazione sulle «performance» del Comune relativa ai primi due anni di mandato della coalizione a trazione Pd-M5S uscita vincitrice dalle elezioni del 2023: una relazione – firmata dal segretario generale Domenico Gelormini, responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione a palazzo Baronale – in cui non mancano aspetti positivi e speranze per il futuro, ma su cui pesano due storiche «zavorre» per l’ente di largo Plebiscito (e per i cittadini).
Le carenze d’organico
Le valutazioni complessive sull’operato della macchinina comunale non potevano non partire con il «leit motiv» alla base dei primi due anni da sindaco di Luigi Mennella: «Il Comune di Torre del Greco ha risentito delle criticità riconducibili alle gestioni pregresse – la premessa della relazione sulle performance – con conseguenze significative sul funzionamento dell’apparato amministrativo». In particolare, evidenziate «le gravi carenze di organico» in diversi ambiti strategici – una problematica «tamponata» con la raffica di assunzioni tra fine 2024 e inizio 2025 – una «digitalizzazione insufficiente, aggravata dall’attacco informatico del 2022» e una «macchina amministrativa frammentata, caratterizzata da disorganizzazione interna». Una serie di (presunti) buchi ereditati dalla gestione di Giovanni Palomba & company davanti a cui «l’amministrazione comunale ha avviato un massiccio piano assunzionale – evidenzia Domenico Gelormini – e un profondo di riorganizzazione interna». Con risultati, al momento, decisamente lontani dalle aspettative ottimali. Perché, a giudicare dalla tabella esplicativa allegata alla relazione – tabella basata su tre principi-cardine: il grado di raggiungimento degli obiettivi, i tempi di realizzazione dei programmi e l’efficacia e la coerenza dell’azione amministrativa – nessuno dei settori comunali ha concluso l’anno con il massimo dei voti, anzi.
I fanalini di coda
In scia con le valutazioni di fine anno del «pagellone» di Metropolis Quotidiano anche il segretario generale Domenico Gelormini individua nel settore urbanistica e nel settore politiche sociali i due «fanalini di coda» dell’amministrazione comunale targata Luigi Mennella: entrambi i settori chiudono la classifica (già di manica larga) relativa al grado di realizzazione degli obiettivi operativi con un laconico 50%. Ovvero, metà dei risultati inseguiti dall’ente di palazzo Baronale non sono stati centrati. E non si parla di aspetti secondari bensì di redazione del Puc – il piano urbanistico comunale da cui dipende lo sviluppo del territorio, fermo (misteriosamente) al palo da un anno – e di riqualificazione delle aree degradate della città, entrambi delegate all’assessore «tecnico» Francesco Leone. Ugualmente negativa la valutazione dei risultati relativi alla programmazione del piano sociale di zona – approvato solo nei giorni scorsi, con un ritardo-record rispetto alla prevista tabella di marcia – e al rafforzamento dei servizi essenziali e sviluppo degli interventi di contrasto alla povertà, di cui in giunta è incaricata l’assessore Mariateresa Sorrentino. «In ambito servizi sociali – viene sottolineato nella nota – permangono criticità e ritardi, con necessità di riallineamento dei servizi erogati alle diverse programmazioni. La dirigenza ha avviato un’approfondita verifica della corrispondenza tra la programmazione finanziaria e i piani approvati, ma a oggi manca il parere di conformità della Regione sulle annualità 2022 e seguenti». Per certi versi, invece, sorprendente la bocciatura del potenziamento dei servizi scolastici relativi alla refezione e al trasporto – in teoria, due fiori all’occhiello del Comune – e della riorganizzazione dei servizi cimiteriali affidata alla responsabilità del delegato Antonio D’Ambrosio.
Rimandati a settembre
Bene, ma non benissimo il fronte della tutela e controllo del territorio: i recenti sequestri e abbattimenti di opere fuorilegge non bastano per portare oltre la quota del 70% di grado di realizzazione il potenziamento del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione degli abusi edilizi. Stessa percentuale per il piano di protezione civile e il ciclo integrato dei rifiuti: un risultato non ottimale in valore assoluto, ma sicuramente un (grande) passo in avanti rispetto all’eredità raccolta dall’assessore all’ambiente Antonio Ramondo. Ugualmente fissata a quota 70% la percentuale relativa alla qualità delle attività amministrative – rivisitazione e potenziamento del personale e dell’organizzazione interna, pianificazione delle acquisizioni di bene e servizi, riduzione dei contenziosi e lotta all’evasione – e al controllo sugli equilibri finanziari, a cui è delegata in giunta l’assessore con la valigia Anna Fiore. «Dai dati riportati – sottolinea Domenico Gelormini – si evince un evidente miglioramento dei tempi di pagamento, con benefici che hanno avuto riflessi interni in termini di migliore efficienza della macchina amministrativa e di rispetto della norma e riflessi esterni in termini di una migliore percezione dei creditori nei confronti dell’ente».
In marcia verso la vetta
In un «mare magnum» di precarietà e criticità non mancano le note positive. Con l’80% di grado di realizzazione puntano alla vetta degli obiettivi operativi la qualità ambientale del territorio – piano triennale dei lavori pubblici e attuazione del Pnrr, deleghe in capo al vicesindaco Michele Polese – e il controllo sugli equilibri finanziari, portato avanti attraverso una costante attività di accertamento tributario e un capillare contrasto all’evasione fiscale nonché attraverso il monitoraggio dei tempi medi di pagamento. Al primo posto della graduatoria, infine, la promozione della trasparenza e prevenzione delle azioni corruttive: un risultato su cui, evidentemente, pesa il «coinvolgimento diretto» del segretario generale Domenico Gelormini nella gestione delle procedure. Perchè se «nulla quaestio» sul fronte della prevenzione delle azioni corruttive, in materia di trasparenza – a partire dalla gestione dell’albo pretorio del Comune, dove gli allegati di atti pubblici (parte integrante degli stessi) e diverse ordinanza sindacali nonché i compensi dei consiglieri comunali sono «oscurate» sull’altare di una fantomatica privacy – la percentuale di grado di realizzazione sembra addirittura inferiore a quella di urbanistica e politiche sociali.
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