Scavi, arriva il nuovo portale Open Data: immagini e modelli 3D dei reperti per il popolo del web
Ercolano. Il Parco Archeologico compie un ulteriore passo verso la trasparenza e la valorizzazione del patrimonio culturale con il lancio del suo portale Open Data, un’infrastruttura digitale all’avanguardia per rendere liberamente accessibili migliaia di dati, immagini e modelli 3D provenienti dalle attività di scavo, ricerca e conservazione del sito archeologico.
Il portale rappresenta uno dei più avanzati sistemi di gestione open data nel panorama culturale italiano. Tra i materiali pubblicati figurano: circa 2.100 modelli 3D in alta risoluzione delle strutture e dei reperti; più di 2.400 reperti archeologici geolocalizzati, con informazioni dettagliate sui contesti di ritrovamento; oltre 1.500 immagini ad alta definizione degli apparati decorativi, tra pavimenti, affreschi e stucchi; circa 5.000 schede di dettaglio, corredate da documentazione fotografica; quasi 1.000 pagine digitalizzate dei giornali di Scavo storici di Ercolano; nove nuvole di punti relative ad ambienti iconici come la Casa del Bel Cortile, la Casa del Gran Portale e la Casa del Sacello di Legno; documentazione tecnica come la pianta dettagliata aggiornata e la guida al Catasto Urbano dell’Antica Ercolano. Il portale è progettato per supportare l’interoperabilità, l’analisi geospaziale, la metadatazione e il riuso creativo e scientifico dei dati, garantendo allo stesso tempo l’attribuzione delle fonti e il rispetto delle condizioni d’uso.
«Prodotti digitali della vastità e della qualità che caratterizza l’Open Data di Ercolano, non si ottengono in tempi rapidi ma sono il risultato maturo di una visione che abbiamo coltivato per anni e che viene da molto lontano», dichiara Francesco Sirano, funzionario delegato alla direzione del Parco Archeologico di Ercolano. «Si tratta di un lavoro iniziato nel 2006 in sinergia con il partner privato Packard Humanities Institute. Il progetto ha avuto negli ultimi anni una grande accelerazione con la creazione del parco autonomo di Ercolano. Così oggi rendiamo accessibile un patrimonio di conoscenze che fino a poco tempo fa era disseminato in decine di archivi cartacei riservato solo a pochi studiosi che dovevano affrontare estenuanti ricerche sui documenti fisici. È, sotto questo aspetto, uno strumento rivoluzionario pensato per studiosi, appassionati, professionisti e cittadini: chiunque potrà esplorare, studiare e persino riutilizzare i materiali secondo i principi dell’open access».
Il progetto si inserisce nel quadro delle politiche del ministero della cultura in materia di open data e linked open data, e pone Ercolano tra i pionieri della digitalizzazione trasparente del patrimonio archeologico in Italia. La piattaforma consente inoltre il coinvolgimento di organizzazioni autonome, secondo un modello federato per la gestione delle risorse informative.
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