Boscotrecase, pronto soccorso chiuso: la crociata dei tre sindaci
Le porte del pronto soccorso di Boscotrecase continuano ad essere chiuse. Sigillate. I medici non ci sono, il personale manca, ma più di tutto manca la volontà politica di chi oltre le battaglie gridate a voce non fa seguire fatti. Una storia che si ripete da tempo, troppo tempo, da quando quella struttura invece di diventare il polmone della sanità sul territorio, è sempre stato trasformato in un ricovero per malati di serie B. Eppure il personale medico che resiste ogni giorno lavora, offre assistenza e professionalità nonostante i disagi e le continue difficoltà. I sindaci del comprensorio provano a dialogare con la Regione Campania ma per ora ancora nessun risultato. Intanto la riapertura del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna Madonna della Neve resta anche al centro dell’agenda politica nei tre comuni competenza. Torre Annunziata, Boscotrecase e Boscoreale stanno provando da giorni a riaccendere i riflettori sulla struttura sanitaria ma generando, come nel caso del Comune di Torre Annunziata, una querelle politica. Il rischio infatti, che puntualmente si verifica, è proprio che l’appello si trasformi solo in uno spot politico. Una sorta di tema da tirare fuori puntualmente quando ci sono le elezioni e in vista di quelle regionali la sensazione è che ci risiamo. A Torre la querelle sulla riapertura del pronto soccorso infatti si è aperta da qualche giorno e diventando anche un tema che passa da un lato all’altro degli esponenti politici con appelli, impegni, richieste di incontri che poi non si concretizzano mai. «La riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Boscotrecase – ha spiegato il presidente del consiglio Davide Alfieri – non può essere terreno di scontro politico. Durante la conferenza dei capigruppo che si è tenuta ieri ho ritenuto di discutere l’organizzazione di un Consiglio Comunale tematico focalizzato, senza possibilità di strumentalizzazioni poco utili per un dibattito serio, perché il diritto alla salute e la difesa dei servizi pubblici non possono e non devono avere colori politici». Alfieri ha così frenato e richiesta di alcuni consiglieri che avevano chiesto un consiglio monotematico «Altra cosa è chiedere, come ho fatto, la partecipazione dei sindaci del circondario per una battaglia comune. Ho quindi avanzato una proposta per garantire serietà e obiettività, e non può essere oggetto di polemiche sterili e atti di irresponsabilità politica ingiustificati che impediscono il confronto politico. Salute e sanità -ha concluso – sono una battaglia dell’intera città e non sono accettabili sterili polemiche e tentativi di strumentalizzazione». Ma intanto il pronto soccorso resta chiuso e l’emergenza resta su tutto il territorio perché l’unico presidio disponibile nell’area territoriale resta quello di Castellammare di Stabia che però ha un bacino di pazienti e di interventi continui da essere spesso pieno e verificare non pochi disagi e tensioni tra chi è costretto a stare in attesa e il personale medico. Insomma una situazione diventata insostenibile da tempo ormai e senza nessuna soluzione effettiva e concreta.


