Tangentopoli a Sorrento: ecco come il sindaco si pagava le vacanze con i soldi del comune
Era un’associazione culturale, no-profit, ma per la Procura rappresentava molto altro. La Fenice, destinataria di finanziamenti comunali per eventi e iniziative sul territorio, è diventata uno degli elementi chiave dell’inchiesta che ha travolto il Comune di Sorrento, portando all’arresto dell’ex sindaco Massimo Coppola. Il sospetto, palesato dagli investigatori, è che l’associazione fosse utilizzata come strumento per l’incasso di fondi pubblici, poi in parte spesi a fini personali. Secondo gli inquirenti, l’ex sindaco avrebbe avuto «la disponibilità materiale della carta di debito collegata al conto corrente intestato all’associazione», sul quale sarebbero confluite le somme erogate dal Comune. Soldi pubblici che avrebbero dovuto finanziare cultura e promozione turistica, ma che – in base a quanto ricostruito dalle indagini in corso – sarebbero serviti a pagare soggiorni privati e acquistare beni di lusso. Circa 34.000 euro, secondo le stime investigative, «utilizzati per oggetti personali di lusso, orologi, abiti firmati, soggiorni». La Fenice, secondo gli atti, era intestata a un prestanome sorrentino, ma in realtà sarebbe stata gestita dall’allora primo cittadino. L’associazione sarebbe così un tassello di un quadro ben più ampio. La ricostruzione investigativa di tutto il cosiddetto “sistema Sorrento” fa riferimento ad «un sistema corruttivo consolidato e mai prima oggetto di investigazioni nella costiera sorrentina», con un assetto tale da inquinare l’attività dell’ente comunale. Un intreccio di potere, affari e influenze che per gli inquirenti era stato costruito e coltivato da Coppola con la complicità del cartomante Raffaele Guida, detto Lello il sensitivo, definito l’«alter ego del sindaco». Il sistema funzionava, secondo gli investigatori, come un «domino perfetto»: gli imprenditori coinvolti avrebbero incluso altri imprenditori, i benefici circolavano. In cambio, tangenti. Il tutto, con un «coinvolgimento di funzionari e professionisti interni all’amministrazione», anche con ruoli nelle commissioni. Per la vicenda inerente all’associazione La Fenice, il fulcro dell’indagine starebbe nella gestione materiale dei fondi. Secondo gli 007, Coppola, con il consenso della prestanome, avrebbe avuto la disponibilità della carta di pagamento rilasciata al legale rappresentante dell’associazione e avrebbe così potuto operare direttamente. Parte dei soldi sarebbe stata utilizzata per soggiorni in strutture ricettive (anche per il cartomante Raffaele Guida, secondo gli inquirenti), e per acquisti di varia tipologia. La somma oggetto di appropriazione sarebbe stata di 34mila euro. L’inchiesta complessiva – che riguarda in tutto 36 appalti per un valore base d’asta superiore ai 35 milioni – si muove anche sul fronte delle perquisizioni e dei sequestri. Ma è il sistema ad allarmare gli inquirenti: un Comune che sarebbe stato gestito secondo logiche illecite, con «una macchina amministrativa parallela, ispirata a logiche esclusivamente egoistiche e affaristiche». In attesa degli sviluppi giudiziari, resta il dato politico e simbolico: un’associazione nata per promuovere la cultura e il territorio, finita – secondo l’accusa – a sostenere un sistema di potere privato. Il nome richiamava la rinascita. Quella rinascita che i sorrentini auspicano con un nuovo corso dopo lo tsunami giudiziario che ha travolto la città.

