Ordine commercialisti, il presidente Crescitelli: “Seguire e tutelare le imprese”
Giuseppe Crescitelli, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Torre Annunziata, come si costruiscono le sinergie nazionali con quelle locali?
«Il consiglio dell’Ordine di Torre Annunziata comprende 22 comuni. Noi cerchiamo di far sì che qualunque esigenza degli degli iscritti possa essere rispettata nei limiti della deontologia e della professionalità. E’ una sinergia che può durare nel tempo perché poi le istanze degli ordini locali devono essere insomma supportate dal consiglio nazionale».
Che bilancio tracciate di questo anno appena trascorso? «Questo è un anno dove c’è stata una stagnazione abbastanza evidente. Anche se il Pil dell’intero sud Italia ha avuto un’impennata verso l’alto rispetto al Pil nazionale. Il nostro territorio presenta una situazione eterogenea anche dal punto di vista economico, perché le attività sono soprattutto legate alle piccole e medie imprese. Abbiamo un’economia variegata e quindi anche il commercialista deve essere attento ad ogni esigenza del contribuente e quindi del cliente. Oggi il ruolo del commercialista ha il compito di guidare il cliente piccolo, medio e grande sia nell’ambito della sua pianificazione finanziaria ed organizzativa, soprattutto».
Presidente, qual è l’impatto dei dazi soprattutto sulle aziende del territorio e relative al comparto pasta.
«E’ una spada di Damocle soprattutto per le aziende, insomma che sono deputate all’export e diciamo l’Italia e particolar modo per quanto riguarda il nostro territorio ci sono alcune aziende di nicchia che stanno avendo delle ripercussioni, cioè insomma negativo soprattutto nella strategia finanziaria e di quella che può essere una pianificazione per il futuro. Noi ci auguriamo che si possa arginare questa strategia americana e che tavoli di trattative possano far sì che ci sia un cambio di azione da questo punto di vista. Speriamo si possa soprattutto superare attraverso un’aggregazione o una specializzazione sempre più costante: perché c’è insomma la richiesta del prodotto prodotto di nicchia, soprattutto nei paesi fortemente industrializzati nell’America e nei paesi, avocazione turistica il prodotto made in Italy comunque è sempre forte e ci auguriamo che il dazio non possa avere quella ripercussione negativa che a tutti incute timore».

