Chiuse le indagini, Maria Rosaria Boccia rischia il processo per stalking a Sangiuliano
Nel capo di imputazione relativo allo stalking a carico dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia i pm scrivono che l’indagata “con condotte reiterate ossessive e di penetrante controllo della vita privata, professionale e istituzionale rivolte verso Sangiuliano – con cui intratteneva una relazione affettiva extraconiugale e anche successivamente alla definitiva rottura dei rapporti – cagionava nello stesso un perdurante e grave stato di ansia e paura che si estrinsecava in un forte stress, un notevole dimagrimento, pensieri suicidi, modo tale da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita, compromettendone la figura pubblica, inducendolo a rassegnare le dimissioni dalla carica istituzionale, ad evitare i luoghi abitualmente frequentati, limitare le uscite private e pubbliche e partecipazioni a convegni o viaggi istituzionali e privati; condotte consistite in quanto di seguito descritto”. Boccia, è detto nell’atto, “chiedeva dapprima velatamente e poi in modo sempre più esplicito di lavorare insieme con nomina fiduciaria del Ministro, al fine di giustificare la presenza quotidiana presso gli Uffici ministeriali, contestualmente ponendo in essere azioni volte a screditare i suoi collaboratori più vicini, con progressivo isolamento, ed avanzando continue richieste di esere portata a conoscenza dei colloqui istituzionali o con il proprio staff”.
E ancora, secondo i pm, l’imprenditrice “effettuava plurime pressanti richieste di consegnarle il telefono cellulare, utilizzato dal Sangiuliano anche per i contatti istituzionali, per ispezionarlo, anche pretendendo la consegna di password o comunque lo sblocco delle applicazioni o, in alternativa, di consentirle indiscriminato accesso da remoto” e “imponeva all’allora ministro, quantomeno a partire dal’11 giugno del 2024, di non portare la fede nuziale e, infine, sottraendola”. Prima del 22 luglio dell’anno scorso faceva poi credere al giornalista di avere mandato la foto dell’anello alla moglie “via whatsapp”. Nell’atto vengono elencati una serie di episodi – a detta di chi indaga -‘vessatori’. “Ricordati che la vita è come un ristorante: nessuno se ne va senza pagare”‘, il messaggio pubblicato dall’imprenditrice Maria Rosaria Boccia su Instagram nell’agosto del 2024 che per gli inquirenti è “a titolo punitivo” nei confronti dell’ex ministro Sangiuliano per essere egli “stato in visita istituzionale in Egitto con la moglie”. L’imprenditrice “imponeva all’allora ministro di dormire fuori casa alloggiando da solo in un b&b a Roma scegliendo cosa dovesse mangiare, costringendolo a mentire alla coniuge, alla quale doveva dire che si sarebbe recato a Napoli”. E ancora l’8 agosto dell’anno scorso “faceva credere alSangiuliano di avere avuto un malessere legato alla gravidanza e di essere andata per una visita clinica al Policlinico Gemelli di Roma, ove tuttavia non si è mai recata”.

