Spaccio e riciclaggio a Pagani, la banda di Confessore a processo
CRONACA
23 luglio 2025

Spaccio e riciclaggio a Pagani, la banda di Confessore a processo

Mario Memoli

Pagani. Spaccio, estorsione e riciclaggio nel nome del clan Fezza/De Vivo di Pagani: 24 indagati a giudizio immediato su richiesta del pubblico ministero Elena Guarino della direzione distrettuale antimafia di Salerno. Il blitz è quello dell’aprile scorso  operato dalla guardia di Finanza e che aveva  portato all’arresto in carcere di 14 responsabili, indagati per gravi reati legati al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Particolarità emersa dalle indagini: il traffico di droga era gestito anche nel carcere di Salerno attraverso la dotazione di telefonini. Questo avrebbe permesso la creazione di un canale stabile di comunicazione con l’esterno, volto a mantenere e promuovere l’attività di spaccio anche in ambiente carcerario. Le indagini hanno preso avvio dalla cattura del latitante Daniele Confessore e dal sequestro iniziale di 13 chili di sostanze stupefacenti, evento che ha dato impulso a un’articolata attività di ricostruzione della rete criminale. L’analisi dei telefoni cellulari in uso agli indagati ha permesso di individuare contatti chiave con esponenti di rilievo della consorteria camorristica Fezza/De Vivo egemone a Pagani, quartiere Lamia. Secondo gli inquirenti, nonostante l’arresto del latitante Confessore (coinvolto in diversi blitz disposti dall’antimafia salernitana), l’organizzazione avrebbe proseguito senza interruzioni le attività illecite, riorganizzandosi rapidamente: nuovi luoghi di stoccaggio, modalità di approvvigionamento modificate e una rete di comunicazione interna-estera aggiornata e più sicura. Durante le indagini sono stati arrestati in flagranza altri 4 pusher, mentre sono stati sequestrati 8 chili di hashish e 600 grammi di cocaina, a ulteriore prova della fiorente attività di spaccio e traffico non solo nella città di Pagani ma su tutto il territorio dell’Agro nocerino sarnese. Oltre ai reati legati alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, i 14 finiti in cella  rispondono anche di favoreggiamento personale, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio. Gli investigatori avrebbero individuato il reimpiego dei proventi illeciti in un’attività commerciale di rivendita di generi di monopolio (Sali e Tabacchi), bar e commercio al dettaglio. Per tale motivo, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno ha disposto il sequestro preventivo di un ramo d’azienda e di vari beni mobili, immobili, denaro e crediti, per un valore complessivo di circa 130mila euro. Altri nove imputati procederanno con rito diverso dal giudizio immediato chiesto e ottenuto dalla procura antimafia di Salerno. Per loro posizioni più marginali rispetto agli altri.

@riproduzione riservata