Botte a medici e infermieri in corsia: 500 body cam per il personale degli ospedali dell’Agro
CRONACA
24 luglio 2025

Botte a medici e infermieri in corsia: 500 body cam per il personale degli ospedali dell’Agro

metropolisweb

Scafati/Nocera Inferiore/Sarno. Non solo vigilantes negli ospedali dell’Agro nocerino dopo le aggressioni subite dagli operatori sanitari ma anche nuove strategie per la sicurezza degli addetti ai lavori. L’Asl ha infatti annunciato l’introduzione delle body-cam, dispositivi indossabili che saranno sperimentati nei pronto soccorso e in altri reparti a rischio, come misura di prevenzione contro le aggressioni a medici, infermieri e operatori sociosanitari.

La sperimentazione, già avviata in altre regioni italiane, punta a contenere il numero crescente di episodi di violenza nei confronti del personale sanitario. Le dotazione è composta da 500 body-cam, attivabili in tempo reale, che registrano video e audio dell’interazione tra operatore e utente. Il materiale raccolto può essere messo a disposizione dell’autorità giudiziaria in caso di denuncia.

Una ulteriore svolta è arrivata dopo le denunce presentate dagli addetti di tre ospedali dell’Agro nocerino (Nocera Inferiore, Sarno e Scafati) che lamentavano aggressività e violenza nei loro confronti da parte di pazienti e familiari.

La decisione dell’Asl salernitana si inserisce in un più ampio quadro di interventi mirati alla prevenzione delle aggressioni in ambito sanitario, che negli ultimi anni hanno registrato un incremento costante. Le body-cam non vengono presentate come la soluzione definitiva, ma come parte di un pacchetto di misure che comprendono anche formazione del personale, campagne informative e collaborazione con le forze dell’ordine.

Il direttore generale dell’azienda sanitaria Gennaro Sosto ha sottolineato che l’obiettivo è duplice: “Da un lato garantire un ambiente di lavoro più sicuro per i professionisti della salute, dall’altro scoraggiare comportamenti aggressivi da parte degli utenti, soprattutto nei momenti di maggiore tensione”. Le aggressioni spesso verbali ma talvolta anche fisiche, avvengono soprattutto nei pronto soccorso (o nei centri di prima accoglienza), nei reparti di emergenza e in contesti territoriali con alta pressione assistenziale (come nei ospedali dell’Agro dove confluiscono anche pazienti del Vesuviano).

In questi ambienti, il carico di lavoro, le attese e le difficoltà organizzative possono esasperare le situazioni e far esplodere episodi di intolleranza nei confronti degli operatori sanitari. Per questo, la Asl ha deciso di procedere con una fase di test e monitoraggio. Saranno valutati l’impatto dei dispositivi sulla percezione di sicurezza da parte del personale e l’eventuale effetto deterrente sulla frequenza degli episodi critici.

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