Castellammare, fronda nel Pd: i fedelissimi di Casillo vogliono il congresso
Centrosinistra Pd, i fedelissimi di Casillo vogliono il congresso Castellammare. Il commissariamento del Pd stabiese, ormai da un anno e mezzo, ha messo il partito in una condizione marginale rispetto a quello che è il dibattito politico e la possibilità di incidere sulle scelte amministrative. E’ questa la denuncia che arriva da Tonino Esposito, Maria Amodio, Laura Della Monica e Michele Starace, candidati all’ultima tornata elettorale proprio tra le file del Pd. «Castellammare di Stabia sta attraversando una fase complessa e delicata. Una fase che richiederebbe lucidità politica, responsabilità diffusa e senso di comunità», spiegano attraverso una nota, aggiungendo «invece, questa situazione mette in evidenza come il Partito Democratico, forza centrale della coalizione che ha reso possibile la vittoria alle elezioni, sia stato progressivamente escluso da ogni ruolo decisionale. Un partito che avrebbe dovuto rappresentare l’anima politica dell’amministrazione, oggi si trova ridotto a una mera comparsa delle scelte che vengono prese». Secondo Esposito, Amodio, Della Monica e Starace la mancata discussione interna e con le altre forze di centrosinistra sarebbe da attribuire proprio all’incapacità del Pd di assumere la guida politica della coalizione. «Sono troppi, oggi, i temi accennati e mai discussi come il Puc, la questione del porto e di Fincantieri, l’assenza di un piano spiagge, il futuro ospedale, il rilancio del Faito dopo la tragedia della Funivia, nessuna discussione in vista delle prossime elezioni regionali», sottolineano gli esponenti dell’area che fa riferimento al capogruppo regionale del Pd, Mario Casillo. «Noi crediamo che il Partito Democratico debba tornare ad essere ciò che è stato e ciò che promette di tornare ad essere: un partito, una comunità politica che si fonda sulla democrazia, sul confronto, sulla costruzione collettiva. Un luogo aperto, inclusivo, che si interroga e discute, che guida e non subisce - si legge nella nota - Per questo chiediamo che si apra subito una fase di verità e coraggio. Che si convochi finalmente il congresso cittadino. Che si riparta dalla discussione pubblica, dalla restituzione politica, dalla progettualità condivisa. Che si torni a parlare con la città, con le sue realtà sociali, le competenze diffuse, i giovani, le energie che ancora credono in una politica capace di trasformare le cose. Castellammare non può permettersi un Partito Democratico che rinuncia a fare politica». tiva Esposito, Amodio, Della Monica e Starace: «Castellammare non può permettersi un partito che rinuncia a fare politica»

