Ercolano, la tragedia di Giovanni: morto in scooter un mese dopo l’appello (inascoltato) del parroco
CRONACA
28 luglio 2025

Ercolano, la tragedia di Giovanni: morto in scooter un mese dopo l’appello (inascoltato) del parroco

Alberto Dortucci

Ercolano. Si chiamava Giovanni Boccarusso, aveva 27 anni, ed è la giovane vita che questa notte Ercolano piange nella drammatica cornice del corso Italia, strada già nota per comportamenti rischiosi e segnalazioni da parte di residenti e autorità locali. Giovanni era passeggero su uno scooter condotto da un amico di 26 anni.

Per cause ancora da chiarire, il mezzo ha perso il controllo ed è finito contro alcune auto parcheggiate lungo il corso. Il violento impatto ha avuto conseguenze fatali: Giovanni è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, dove è deceduto a causa delle lesioni gravissime riportate. Il conducente del motorino ha riportato ferite che, secondo le prime informazioni, non sarebbero in pericolo di vita.

I carabinieri della sezione radiomobile di Torre del Greco hanno aperto un’indagine per ricostruire la dinamica esatta dell’incidente e stabilire eventuali responsabilità.

L’allarme ignorato

Solo un mese fa, Metropolis Quotidiano aveva riportato le parole accorate di don Marco Ricci – parroco della chiesa del Santissimo Rosario – pronto a denunciare un fenomeno sempre più incontrollabile su corso Italia: «Da mezzanotte alle 2.30 il corso è diventato pista di Formula Uno – raccontava il sacerdote del quartiere – con tanto di applausi da parte di adolescenti». Un grido d’allarme che oggi suona come un tragico presagio.

Il sacerdote parlava di senso civico smarrito, di giovani lasciati a sé stessi fino a notte fonda, di assenza di controlli. Un appello caduto, come i precedenti, miseramente nel vuoto: corso Italia – cuore del centro cittadino – continua a essere il teatro di notti troppo veloci, troppo rumorose, troppo rischiose. La tragedia della scorsa notte è destinata a riaccendere il dibattito mai sopito sulla sicurezza urbana e sul controllo del territorio. «Abbiamo smesso di indignarci», diceva don Marco Ricci. Forse, dopo la scorsa notte, sarà impossibile non farlo.

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