Castellammare. Appalto rifiuti, sospetti e veleni in aula: le carte in Procura
Castellammare. Tutte le carte dell’appalto rifiuti alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata e alla Corte dei Conti, per verificare se ci sono state inadempienze sia da parte della ditta che gestisce il servizio che dei funzionari di Palazzo Farnese deputati al controllo, che hanno provocato un danno alle casse del Comune di Castellammare di Stabia. E’ questa la conclusione di un consiglio comunale intenso dove sono stati affrontati diversi temi e in particolare proprio la vicenda dell’appalto per il servizio d’igiene urbana in città. La questione nasce da un consiglio comunale dello scorso febbraio, durante il quale furono elencate una serie di criticità, che avevano spinto l’assise a formare una commissione di studio sulla gestione dell’appalto rifiuti. Al termine di questo lavoro, i consiglieri comunali avrebbero rilevato alcune inadempienze in particolare per quanto riguarda il parco mezzi utilizzato per svolgere il servizio, alcune assunzioni fatte dalla Velia Ambiente e la sede che non è ubicata sul territorio cittadino così come prevede il capitolato d’appalto. Ad agitare ancora di più gli animi è la rimodulazione del contratto d’appalto fatta dal Comune, proprio alla vigilia del consiglio comunale già programmato per discutere della vicenda rifiuti. «Il Dec ha verificato l’utilizzo di undici mezzo in meno rispetto a quanto previsto dal contratto, abbiamo ridotto il canone annuo a partire da questo mese di circa 25mila euro al mese», ha spiegato in aula il dirigente del settore Ambiente, Giovanni Miranda, che ha elencato in aula anche le sanzioni comminate alla ditta, specificando però che «non ci sono le condizioni per la risoluzione del contratto, bisogna essere certi per procedere, altrimenti rischieremmo di essere soccombenti rispetto a un ricorso». Proprio la rimodulazione del contratto, arrivata dopo oltre due anni dall’inizio dell’appalto e alla vigilia del consiglio comunale, ha scatenato il dibattito in aula. «La rimodulazione del contratto è un dettato che va incontro alle esigenze dell’azienda, non certo della stazione appaltante. Perché è stata fatta?», ha alzato la voce in aula la presidente della commissione di studio sull’appalto rifiuti, Rachele Iovino, che ha invitato il sindaco Luigi Vicinanza «a fare scelte forti, perché è arrivato il tempo». «Com’è possibile che si sia arrivati soltanto oggi a sanzionare una ditta che utilizza meno mezzi rispetto a quanti previsti?», ha incalzato il consigliere comunale di minoranza Mario D’Apuzzo. Un argomento sul quale l’intero consiglio comunale si è dimostrato molto critico. A cominciare dai consiglieri Maurizio Apuzzo e Nello Cuomo che hanno chiesto senza mezzi termini di verificare «le condizioni per la risoluzione del contratto con la Velia Ambiente», fino ad arrivare a Vincenzo Ungaro che ha sottolineato «ci sono questioni che dovranno essere valutati dalle autorità competenti». Molto duro, soprattutto, è stato l’intervento dello stesso sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, che al termine dell’assise è arrivato a chiedere di proseguire il consiglio comunale a porte chiuse per esprimere il suo parere sulla rimodulazione del contratto fatta dagli uffici alla vigilia del consiglio comunale. Salvo poi decidere di aggiornarsi sull’argomento. Vicinanza ha annunciato una rotazione dei dirigenti, specificando «non c’è nessun accenno di rimprovero in questa decisione, che va solo a tutela degli stessi dirigenti». Non è mancata nel corso del suo intervento una frecciatina anche alla gestione dei commissari anti-camorra che si sono insediati dopo lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata: «Questo appalto è stato affidato durante la loro gestione – ha ricordato Vicinanza – Una gara da 60 milioni di euro che è stata aggiudicata, nonostante fosse stata presentata una sola offerta. Se lo avessi fatto io, sarebbe subito arrivata la commissione d’accesso». Rispetto alle criticità rilevate dalla commissione di studio sull’appalto rifiuti, il sindaco è stato categorico: «Se ci dovessero essere le condizioni per la rescissione del contratto, ben venga», ci è andato subito pesante il primo cittadino che ha aggiunto «dopo quel consiglio comunale di febbraio, il vecchio Dec (il direttore dell’esecuzione del contratto) si è dimesso, mentre il nuovo Dec ha avviato una serie d’interventi importanti. Il lavoro della commissione ha permesso di individuare carenze, mancanze, che vanno sanzionate».


