La strage degli operai a Napoli: 4 indagati  Acquisite le sentenze su un altro incidente
La tragedia al Rione Alto
29 luglio 2025
La tragedia al Rione Alto

La strage degli operai a Napoli: 4 indagati Acquisite le sentenze su un altro incidente

Gaetano Angellotti

Napoli. Sarà conferito oggi pomeriggio dalla Procura di Napoli l’incarico per l’autopsia sui corpi dei tre operai morti venerdì scorso a Napoli, precipitati da un’altezza di oltre venti metri mentre eseguivano dei lavori di manutenzione in un condominio di via Domenico Fontana, nel Rione Alto.

Notificati gli avvisi di garanzia ai quattro indagati

Ieri sono stati notificati gli avvisi di garanzia nei confronti dei quattro iscritti nel registro degli indagati: si tratta del titolare della ditta per la quale lavoravano i tre operai (due dei quali ‘in nero’ e uno solo con regolare contratto), il responsabile della sicurezza del cantiere, il noleggiatore del montacarichi e l’amministratore del condominio. L’inchiesta è in capo al procuratore aggiunto Antonio Ricci della VI sezione incolumità pubblica e infortuni sul lavoro della procura partenopea, insieme alla sostituta Stella Castaldo. I tre operai deceduti, Vincenzo Del Grosso, 53 anni di Napoli, Ciro Pierro, 61 anni di Calvizzano, e Luigi Romano, 66 anni di Arzano, erano impegnati in lavori di manutenzione sul tetto dello stabile di via Domenico Fontana; intorno alle 9.40 di venerdì mattina il cestello agganciato a un ponteggio mobile che serviva loro per salire sul tetto si è capovolto, per cause ancora in corso di accertamento, facendo precipitare i tre nel vuoto. Da verificare la circostanza secondo cui i tre operai non indossavano caschi né cinture protettive che avrebbero potuto evitare la caduta nel vuoto.

Acquisite le sentenze relative all’imprenditore.

Nell’ambito delle indagini sulla tragedia, la procura di Napoli ha acquisito la sentenza di condanna in primo grado e anche l’assoluzione della Corte di Appello che riguardano l’imprenditore per il quale le tre vittime stavano prestando servizio. Negli atti dell’indagine sull’incidente avvenuto nel 2015 in cui un suo ex operaio è rimasto gravemente ferito, tant’è che da allora è su una sedia a rotelle, figura anche un video in cui uno dei dipendenti dell’epoca viene ripreso mentre, dopo il grave incidente, sistemava le sponde di protezione al montacarichi dal quale l’operaio Giuseppe Iaquinangelo era appena caduto.

L’imprenditore era stato condannato nel 2022 in primo grado a sei mesi di reclusione ma è poi sopraggiunta la prescrizione. La condanna, come è stato reso noto domenica nel corso di una conferenza stampa, gli era stata inflitta per un incidente analogo a quello costato la vita ai tre operai precipitati nel vuoto venerdì mattina, di cui è stato vittima nel 2015 un suo ex operaio, Giuseppe Iaquinangelo, oggi costretto su una sedia a rotelle e con problemi neurologici.

Con il titolare dell’azienda venne condannato anche un suo dipendente, inquadrato dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza mentre dopo l’incidente sistemava le sponde di protezione al montacarichi dal quale Giuseppe Iaquinangelo era caduto. L’acquisizione delle sentenze potrebbe anche portare, verosimilmente, a un aggravamento della posizione dell’indagato a cui ieri è stato notificato uno dei quattro avvisi di garanzia per omicidio colposo plurimo, atto dovuto in vista degli esami autoptici.

Oggi l’incarico per le autopsie

Oggi, quindi, ci sarà il conferimento dell’incarico al medico legale scelto dagli inquirenti, propedeutico all’inizio degli accertamenti irripetibili a cui potranno assistere eventuali consulenti di parte nominati dagli avvocati Mauro Zollo (legale dell’imprenditore che stava eseguendo i lavori, dell’amministratore del condominio dove è avvenuta la tragedia e al coordinatore della sicurezza nel cantiere) e Giovanni Fusco (legale dell’imprenditore che ha concesso in noleggio “a freddo” l’impianto da cui i tre operai sono precipitati).

L’attenzione degli inquirenti si concentrerà sulla presenza e sulla dislocazione dei dispositivi di sicurezza, sul rispetto delle norme a tutela dei lavoratori, sulla corretta installazione dell’impianto e sull’integrità e l’efficienza di quest’ultimo al momento del noleggio. Gli investigatori vaglieranno, con l’ausilio di consulenti, anche la presenza o meno di eventuali interventi correttivi all’impianto.

I sindacati saranno parte civile

La Uil Campania e l’or-ganizzazione di categoria Feneal regionale hanno dato mandato ai propri legali per costituirsi parte civile nel procedimento per la strage dei tre operai. “Non possiamo girarci dall’altra parte di fronte all’ingordigia del profitto a discapito della sicurezza. Diventa per noi, con la Uil nazionale, necessaria la costituzione di parte civile nei confronti dei responsabili che hanno provocato la morte di tre lavoratori. E la categoria si sta attivando per aiutare concretamente le famiglie, sia in questa fase immediata e anche se avessero bisogno di un supporto legale”, dicono Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania, e Andrea Lanzetta, segretario generale della Feneal Uil Campania.

La veglia di preghiera per le 3 vittime

Intanto ieri sera, a partire dalle ore 20, la comunità di Cappella Cangiani, a Napoli, si è riunita in preghiera, in piazzetta Pica al Rione Alto, sul luogo dove si è consumata la tragica morte dei tre operai coinvolti nell’incidente sul lavoro. I sacerdoti del quinto Decanato della arcidiocesi, insieme ai fedeli, hanno guidato la recita del Rosario in suffragio delle vittime, esprimendo vicinanza spirituale ai familiari colpiti dal dolore.

Durante la veglia è stato letto un messaggio di cordoglio del cardinale Mimmo Battaglia, impossibilitato a partecipare poiché impegnato a Roma per il Giubileo dei Giovani. La comunità si stringe attorno ai parenti delle vittime, per ribadire con forza che “non si può e non si deve morire di lavoro”.