Rivoluzione a scuola, dal voto in condotta allo stop ai cellulari
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva i regolamenti che riformano il voto di condotta e la disciplina della valutazione degli studenti della scuola secondaria, dopo i pareri favorevoli espressi dal Consiglio di Stato. Le misure saranno pienamente operative a partire dall’anno scolastico 2025/2026, segnando un punto fermo nella costruzione di una scuola fondata sulla responsabilità e sul merito. “È un segnale forte e chiaro: nella scuola italiana il rispetto per la persona e per le istituzioni è imprescindibile. Con questa riforma, il voto di condotta torna a essere un importante strumento educativo per far crescere cittadini responsabili e consapevoli. Vogliamo una scuola autorevole, non autoritaria, in cui il merito, il rispetto e la centralità della persona sono fondamentali”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Le altre riforme. “Da settembre vieteremo l’uso del cellulare per gli studenti delle scuole superiori: vogliamo proteggere la salute e il percorso formativo dei ragazzi. Tutti gli studi dimostrano i danni dell’abuso del cellulare in età precoce su fantasia, capacita di concentrazione e memoria: è evidente che dobbiamo suggerire percorsi didattici che siano più efficaci e che tutelino la loro salute”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, autore del libro “La rivoluzione del buon senso. Per un Paese normale”. Il ministro rivendica alcune scelte, come l’istituzione del tavolo per il bullismo e il cyberbullismo e l’intervento “radicale” sul voto in condotta e sulle sospensioni, “in modo che i docenti abbiano degli strumenti più forti per far rispettare le regole. Dobbiamo proteggere i ragazzi da bullismo, cyberbullismo e da qualsiasi atteggiamento violento e di prevaricazione”. Il voto in condotta “è stato molto contestato. Pensiamo a questa assurdità, fino ad oggi il provvedimento nei confronti di una condotta che non rispondeva a determinati parametri comportava la sospensione, cioè lo stare a casa da scuola. Era quasi un premio. Noi invece vogliamo, sino a due giorni, più scuola e, da tre giorni in su, anche attività di cittadinanza solidale, per comprendere il senso dell’altro”, ribadisce. “Quando si dice che le sanzioni sono espressione di una mentalità repressiva o autoritaria, è un giudizio di valore contro il buon senso: si confonde l’autorità con l’autoritarismo”, sottolinea Valditara. “I concetti di autorità e di rispetto del docente e delle istituzioni – prosegue – sono venuti meno: ripristiniamo il buonsenso e la saggezza”, ma anche il valore dell’identità”, senza la quale l’uomo “scivola verso l’alienazione. Senza identità è anche difficile integrare chi arriva da noi: se vogliamo farlo, dobbiamo essere consapevoli di chi siamo e da dove veniamo”. In merito al ritorno del latino alle scuole medie, il ministro sottolinea come sia una lingua che è “una straordinaria palestra di logica: in una società come quella attuale” serve a “potenziare il ragionamento. Pensiamo poi al potenziamento della grammatica e della sintassi” che “devono essere necessariamente essere rispettate nell’imparare la nostra lingua, pensiamo all’importanza del riassunto” che “ci serve per fare chiarezza”, e alle poesie a memoria con cui “immagazziniamo un patrimonio di sensibilità incredibile”, aggiunge Valditara. Il governo Meloni – rivendica ancora il ministro – è stato il primo a porsi il problema di “un intervento strategico a favore innanzitutto della scuola del Mezzogiorno, la cosiddetta Agenda Sud”, che ha raggiunto “risultati straordinari”. In Campania nei dati Invalsi “c’è un recupero di ben 32 punti nelle scuole oggetto di Agenda Sud”. “Invalsi ha valutato le fragilità nella conoscenza della lingua italiana in seconda elementare: la Campania ha ridotto le fragilità di oltre il 2% e per la matematica siamo scesi dal 31 al 25,6%”. Al Nord, ha aggiunto il ministro, “l’impatto dei ragazzi stranieri si fa sempre più rilevante, quindi noi dobbiamo intervenire a sostegno di queste fragilità: è una sfida che per la prima volta viene affrontata con risorse importanti e in modo strategico”. Proprio sui minori stranieri “i dati Invalsi ci mostrano una situazione drammatica: la dispersione scolastica è circa di un terzo. Questo vuol dire che questi ragazzi non hanno futuro”. Per questo, “già da settembre assumeremo 1000 insegnanti specificamente formati per insegnare la nostra lingua a questi ragazzi. È razzismo? Semmai è razzismo mettere questi ragazzi tutti insieme, per far vedere che siamo inclusivi, ma poi i risultati sono quelli”, conclude Valditara.
Incontro con le Consulte. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha incontrato l’Ufficio di coordinamento nazionale dei presidenti di Consulta (UCN) per un confronto aperto sui principali temi legati alla scuola italiana. Un appuntamento che ha assunto carattere regolare, con cadenza bimestrale. Al centro del dialogo: le prospettive dell’intelligenza artificiale nella scuola e per la scuola, il benessere psicologico degli studenti, il rafforzamento della rappresentanza studentesca, i risultati positivi di Agenda Sud e Nord, il tema dell’educazione alle relazioni e la relativa formazione dei docenti e il rafforzamento delle attività di internazionalizzazione. Tra le proposte emerse dai coordinatori regionali dei presidenti delle Consulte, particolare rilievo ha avuto l’idea di istituire un organismo di rappresentanza studentesca a livello europeo, ispirato al modello delle Consulte italiane. Il ministro ha accolto con favore l’iniziativa, dichiarando il proprio impegno a presentarla alla vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile delle politiche per l’istruzione, Roxana Mînzatu. “Le Consulte sono straordinari strumenti di partecipazione democratica, per questo, durante le mie visite presso le istituzioni scolastiche raccomando sempre di coinvolgerle nei processi decisionali e negli organi di rappresentanza all’interno degli istituti. Esportare il modello italiano delle Consulte in Europa significa promuovere una scuola sempre più vicina ai bisogni reali degli studenti”, ha dichiarato Valditara. “La rappresentanza studentesca – affermano Sanya Bonelli e Riccardo Spolaore, rispettivamente portavoce e segretario dell’UCN – è una vera e propria eccellenza italiana, che può diventare un modello per tutta Europa: è questa la sfida che l’UCN porterà avanti nei prossimi mesi. Integrare le rappresentanze studentesche delle 27 nazioni europee è un processo che deve vedere l’Italia capofila, a partire dalle studentesse e dagli studenti impegnati nelle Consulte provinciali degli studenti”. Un focus importante è stato dedicato all’Esame di Stato. Il ministro ha illustrato le ragioni per cui diventerà esame di maturità: lo scopo è restituire valore al significato simbolico dell’esame, ribadendo inoltre l’importanza della prova orale, che non deve solo verificare conoscenze e competenze ma anche il grado di autonomia e di responsabilità raggiunte, valorizzare il percorso di crescita complessiva dello studente. Nel corso dell’incontro, il ministro ha ribadito l’impegno del Mim nel rafforzare il sostegno psicologico a studenti e docenti, laddove emergano fragilità, calibrato sulle reali esigenze delle comunità scolastiche. Sono stati illustrati anche i dati aggiornati relativi all’Agenda Sud, estesa per la prima volta quest’anno alle regioni settentrionali attraverso Agenda Nord. In Campania, le scuole coinvolte nel progetto hanno registrato un miglioramento di 32 punti contro i 14 delle scuole per le quali non è stato avviato lo stesso percorso. Segnali positivi arrivano, inoltre, dal fronte dell’educazione alle relazioni. Almeno il 90% delle scuole superiori ha già avviato corsi curriculari in materia e, secondo i docenti, si registra un miglioramento nella qualità delle relazioni tra studenti nel 70% dei casi secondo i numeri diffusi dal ministero.


