Botulino, s’allarga l’inchiesta per le morti: nove indagati, cinque sono medici
Roma. Si allarga l’inchiesta sulle intossicazioni di botulino in Calabria, costate la vita a 2 persone: sono saliti a nove, di cui cinque sono medici, gli indagati dalla Procura di Paola, in provincia di Cosenza. Nel registro sono finiti l’ambulante che avrebbe venduto i panini con salsiccia e cime di rapa alle vittime e agli altri 16 intossicati, ma ci sono anche tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto potenzialmente inquinato e cinque medici di due strutture sanitarie del Cosentino.
Si tratta dei sanitari che hanno curato le due vittime – Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, e Tamara D’Acunto, 45enne di Diamante – prima del loro decesso: la Procura guidata da Domenico Fiordalisi ha intenzione di capire se abbiano o meno ricevuto una diagnosi tempestiva, e per questo saranno fondamentali le verifiche sulle cartelle cliniche già sequestrate nei giorni scorsi. I reati ipotizzati per i nove indagati sono, a vario titolo, omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.
Si tratta di un atto dovuto, viene fatto notare, in vista di accertamenti irripetibili: tra martedì e mercoledì, infatti, sono previste le autopsie, oltre a una ulteriore analisi del furgone dove sono stati preparati i panini. Le parti lese sono dunque diciotto: oltre alle due vittime ci sono 16 intossicati, di cui 14 più gravi ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza. Oggi uno dei pazienti in terapia intensiva è stato estubato ed è in respirazione autonoma, mentre un altro, che nei giorni scorsi aveva ricevuto la dose di antitossina botulinica, ha lasciato la rianimazione ed è stato trasferito in medicina. Al momento, fa sapere l’ospedale, cinque sono in terapia intensiva, 3 in pediatria e 6 nei reparti di area medica.
“L’Istituto Superiore di Sanità – rende noto inoltre la direzione dell’Annunziata – ha confermato la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti”. E’ stata proprio la diagnosi tempestiva a permettere di richiedere al ministero l’antitossina in tempi rapidi, “scongiurando conseguenze potenzialmente fatali per molti dei pazienti coinvolti”.
Il focolaio di botulino, intanto, già da ieri sembra essersi attenuato. La vicenda era iniziata tra domenica e martedì scorsi, quando le persone coinvolte dall’intossicazione hanno mangiato un panino venduto da un ambulante in un food truck a Diamante, sequestrato dalla Procura dopo i primi ricoveri. I primi sintomi erano emersi tra le 24 e le 48 ore successive.
L’Italia, secondo gli esperti, detiene il primato europeo dei casi di botulismo, in stragrande maggioranza dovuti a contaminazione di verdure sott’olio, specie i broccoli. Ricorda il presidente della Società italiana d’igiene (SItI) Enrico Di Rosa: “Broccoli e broccoletti sono verdure che vengono spesso preparate artigianalmente, e quindi non si riesce ad assicurare la completa eliminazione delle spore del botulino. A livello industriale invece si possono fare delle pastorizzazioni con calore e pressione”. Il punto è che le conserve di queste verdure hanno un ph non acido, che favorisce lo sviluppo del batterio e la produzione della tossina. Cosa che invece non accade con la più comune delle conserve all’italiana, quella di pomodori: “Quello del pomodoro è un ambiente acido, e l’acido – spiega l’esperto – non fa crescere il botulino”. In ogni caso, per chi volesse produrre conserve fai da te, il consiglio è “informarsi bene sulle modalità da utilizzare, ma soprattutto farlo solo se si è realmente esperti. Sembrano procedure banali ma sono abbastanza complesse e delicate e si devono eseguire tutte in base a criteri ben precisi per garantire la massima sicurezza”.


