Rifiuti sulla Statale 268, i chilometri della vergogna
CRONACA
11 agosto 2025

Rifiuti sulla Statale 268, i chilometri della vergogna

Da Terzigno a Sant’Anastasia cumuli d’immondizia sul ciglio della strada
Speranza Galantuomo

Terzigno. La vergogna sulla statale 268 è fatta di rifiuti ovunque. Una lunga ed interminabile scia di sacchetti selvaggi nelle aree di sosta e transito per il tratto che da Boscoreale conduce fino a Sant’Anastasia. Nessun controllo e degrado senza fine. Chilometri di asfalto, un’arteria fondamentale per il traffico vesuviano, ma anche un corridoio del degrado ambientale.

La Strada Statale 268 del Vesuvio, che collega paesi tra Napoli e l’area interna del Parco Nazionale, è diventata un vero e proprio simbolo dell’abbandono: ai margini della carreggiata si accumulano rifiuti di ogni tipo, dal semplice sacchetto al frigorifero, fino a materiali edili e scarti industriali. Un biglietto da visita impresentabile, soprattutto per chi arriva da fuori o per chi ogni giorno si sposta per lavoro o studio.

“Ogni mattina guido costeggiando sacchi neri, materassi e pezzi di mobili. Sembra una discarica a cielo aperto, altro che strada statale”, denuncia Claudio, un pendolare che percorre la 268 quotidianamente. E la situazione, anziché migliorare, peggiora di settimana in settimana. I tratti più colpiti sono quelli all’altezza degli svincoli di Terzigno, Boscoreale, Ottaviano, dove l’inciviltà ha preso il sopravvento e l’assenza di controlli ha fatto il resto. Nessuna telecamera di sorveglianza, nessuna presenza fissa delle forze dell’ordine.  I trasgressori sanno di poter agire indisturbato, spesso in pieno giorno, trasformando le piazzole di sosta in discariche illegali. “È umiliante e pericoloso”, aggiunge Maria, residente della zona.

“Il degrado non è solo una questione estetica. Quei rifiuti attirano topi, insetti, diventano un rischio per la salute pubblica. E se prendono fuoco? Il Vesuvio è qui vicino, il rischio ambientale è altissimo”. Intanto, le istituzioni locali sembrano muoversi a rilento. Le segnalazioni aumentano, le denunce anche, ma gli interventi di pulizia sono sporadici, e privi di una vera strategia. “È inutile pulire se poi non si installano videocamere o se non si applicano sanzioni esemplari. La gente deve sapere che non può continuare a trattare una strada pubblica come una discarica privata”, commenta indignato Michele, un commerciante di zona.

Molti cittadini chiedono una task force stabile, il potenziamento della video sorveglianza e una campagna di educazione ambientale seria e duratura. “Siamo stanchi di convivere con la vergogna”, dicono in coro. La SS 268, oltre ad essere una delle strade più pericolose d’Italia per numero di incidenti, è ormai anche una delle più degradate, senza un piano organico di monitoraggio e prevenzione. Serve un segnale forte da parte di Comune, Regione e Anas, affinché non sia sempre il cittadino onesto a pagare il prezzo dell’inciviltà altrui. Perché una strada pulita non è un lusso, ma un diritto. E restituire decoro alla SS 268 significa tutelare l’ambiente, la salute e l’immagine di un intero territorio.