Incendi sul Vesuvio, Legambiente: “Servono scelte coraggiose, chiare e condivise”
“Dal 2017 al 2025, la storia si ripete, il Vesuvio brucia nuovamente, in un contesto globale in cui aumentano i grandi incendi con estensione superiore a 100 ettari, con elevatissimi costi ambientali, sociali ed economici. Per contrastare questi eventi che eccedono la capacità di controllo, non potendo agire in termini di soppressione, l’unica possibilità è la prevenzione, rispetto alla quale l’ Italia mostra ancora forti criticità, sebbene sia un Paese particolarmente vulnerabile. In attesa che termini la bonifica grazie all’importante intervento in campo e che venga fatta chiarezza e giustizia con il fondamentale lavoro delle procure, è il momento degli interventi e delle decisioni. A trent’anni dalla sua istituzione, il Parco Nazionale del Vesuvio non può più permettersi ritardi, incertezze o superficialità nell’azione prioritaria di tutela della biodiversità e di promozione dello sviluppo sostenibile. Gli incendi devastanti degli ultimi giorni impongono una svolta netta e urgente: servono scelte politiche coraggiose, una governance efficace e una visione integrata per la tutela e la valorizzazione di uno degli ecosistemi più fragili e antropizzati d’Europa.”
In una nota Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania chiede di intervenire subito e bene, insieme alla conta dei danni è fondamentale mettere in atto una serie di interventi per prevenire altre fiamme, altri disastri.“Il Parco Nazionale del Vesuvio- prosegue Mariateresa Imparato di Legambiente- paga una governance incompleta derivante da una responsabilità politica. È prioritario che il Ministero dell’Ambiente intervenga immediatamente per completare la governance amministrativa del Parco, ancora privo – dopo due anni – di un Direttore sostituito da personale facente funzione interno all’ente parco, sebbene la dotazione organica sia sottostimata e non comprensiva di figure tecniche in numero e competenze adatte alle sfide dei cambiamenti climaticiAltrettanto importante- prosegue Legambiente- è consolidare la governance politica con l’insediamento del Consiglio Direttivo che manca dal 2022.Questo vuoto istituzionale è il sintomo di una disattenzione politica verso i parchi nazionali, che si traduce in una pianificazione debole e frammentata cui non può sopperire la sola Comunità del Parco, composta dai 13 comuni dell’area protetta, che deve diventare il vero motore del cambiamento, ma che finora non ha ancora assunto un ruolo attivo e radicato nel territorio, come invece sarebbe necessario per affrontare le sfide ambientali e sociali con strumenti concreti e condivisi.Tra le proposte Legambiente ritiene necessario un coordinamento istituzionale per il governo integrato degli incendi boschivi e coinvolgere le istituzioni competenti per la gestione forestale. E’ fondamentale che la Regione Campania abbia un ruolo di governo e coordinamento delle istituzioni competenti attraverso una cabina di regia regionale che monitori e verifichi fasi e responsabilità e che ci sia un confronto costante tra le diverse forze in campo. Inoltre, nel rapporto con gli enti locali occorre integrare la pianificazione urbanistica con la prevenzione degli incendi boschivi soprattutto in un territorio come quello dell’area vesuviana, che rappresenta uno dei parchi con più presenza antropica e urbanizzati in Europa, peraltro soggetto al rischio vulcanico che già impone l’inedificabilità nella zona rossa. Il Parco del Vesuvio testimonia la capacità di integrare ruralità e biodiversità, grazie all’impegno di tanti agricoltori e aziende agricole che hanno recuperato e valorizzato le produzioni tipiche locali potenziando il turismo enogastronomico. Questi stessi Agricoltori custodi del territorio devono diventare protagonisti per ridurre il rischio di incendio, utilizzando le risorse della PAC a favore di misure per la riduzione degli incendi boschivi nelle zone rurali. Garantire dati e statistiche aggiornate e l’adozione del catasto delle aree percorse dal fuoco. Assicurare la massima partecipazione dei cittadini alle scelte delle azioni da mettere in campo per la riqualificazione del territorio. La partecipazione attiva a questa fase implica anche la garanzia di trasparenza nel monitoraggio dei danni effettivamente prodotti dagli incendi e dei costi non solo economici ma anche ecosistemici derivanti dalla mancata prevenzione. Tutte le azioni sopra descritte vanno inquadrate e rese sinergiche con una strategia e un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici oggi quanto più necessario anche al del Parco Nazionale del Vesuvio.

