A Napoli i funerali del dj Godzi, il padre: “Presto la verità sulla sua morte”
CRONACA
18 agosto 2025

A Napoli i funerali del dj Godzi, il padre: “Presto la verità sulla sua morte”

metropolisweb

“Adesso è il momento del dolore e del ricordo. Poi ci sarà il momento della verità”. Lo dice Giuseppe Noschese, padre di Michele, il 36enne, conosciuto come dj Godzi morto il 19 luglio scorso a Ibiza in circostanze ancora da chiarire, a margine del funerale del giovane che si è svolto stamani nella basilica di San Francesco da Paola, in piazza Plebiscito a Napoli. “Sicuramente ora – spiega ai cronisti – è l’ultima tappa mediatica, poi ci sarà una tappa successiva della quale ovviamente mi dovrò fare carico io, sarò ben lieto di potermi fare carico di questo peso che avrò per tutta la vita addosso, però sono sicuro che alla fine sarà come una maratona, ne ho corse tante di maratone, questa è l’ennesima maratona che correrò. Le ho portate tutte a termine e anche questa la porteremo a termine”. Dice di avere fiducia nella giustizia Giuseppe Noschese, “sia nella giustizia spagnola che in quella italiana e ho grande fiducia nelle istituzioni che in questo momento mi sono state non vicino ma di più, parlo di istituzioni civili, militari e religiose e la piazza è simbolica sotto questo aspetto perché abbiamo la prefettura, i comandi logistici dell’esercito e della marina e la basilica di San Francesco di Paola”. I risultati della nuova autopsia effettuata a Roma “saranno noti – evidenzia – nel giro di un mese, credo che per il 20 settembre potremo avere un feedback sicuramente, è stato disposto il sequestro della salma però non è stata autorizzata la cremazione della salma ma solo il seppelimento che potrebbe anche significare che in futuro ci potrebbe essere qualche altro accesso. Gli esami radiografici che ho fatto fare a Ibiza sono degli esami dei quali il procuratore della Repubblica di Roma non ha voluto tenere conto, per cui a Roma è ripartito tutto da zero. A Ibiza era stata effettuata un’autopsia d’ufficio piuttosto frettolosa a 36 ore, o giù di lì, dalla scomparsa di mio figlio senza che le autorità consolari italiane né a Barcellona né a Madrid ne avessero contezza, senza che ne avessi contezza io”. Poi Noschese chiarisce: “Come famiglia non siamo alla ricerca di alcun colpevole, eventualmente siamo alla ricerca di qualcuno che non era adeguatamente formato per svolgere un certo tipo di lavoro, per cui, da quello che mi è stato detto, perché io ero altrove quando è successo il fatto, c’è stato un intervento piuttosto energico che ha causato la morte di mio figlio, 36 anni, dichiarato per infarto e per insufficienza respiratoria acuta. Mio figlio la sera prima mi aveva chiamato perché non eravamo riusciti a parlare, dicendomi che aveva fatto 50 vasche nella piscina olimpionica di questo parco dove lui viveva. Quindi questo infarto – conclude – mi pare un po’ grossolano come diagnosi”.