Nuovo piano casa, l’opposizione attacca il Governo Meloni
Applausi dalla maggioranza e critiche dall’opposizione per il piano casa di cui la premier Meloni ha parlato al Meeting di Rimini due giorni fa. Dopo avere elencato le misure già messe in campo a sostegno di chi i figli invece li fa e spiegato che arriverà il taglio delle tasse al “ceto medio”, Giorgia Meloni ha promesso di aiutare le giovani coppie con il problema abitativo, perché “senza una casa è più difficile costruirsi una famiglia”. Gli italiani cercano casa, in affitto o anche per acquistarla, se le condizioni economiche lo consentono. Secondo il Rapporto del 2025 intitolato “La casa in locazione in Italia e in Europa”, realizzato dall’Istituto di studi Scenari Immobiliari, circa 4 milioni di italiani sono attivamente alla ricerca di una casa in affitto, un numero enorme di persone, che rappresenta circa un quinto della domanda europea nel settore affitti. Quanto all’acquisto, secondo il Rapporto di Nomisma del 2024, ci sono tre milioni di famiglie pronte ad acquistare una prima casa, ma soltanto 980 mila possono essere considerate “realmente interessate”, in quanto hanno, almeno sulla carta, i mezzi per comprare una casa. Il caro-alloggi e la mancanza di case a prezzi accessibili rappresentano, in modo combinato, uno dei problemi più importanti per il Paese, e meriterebbero un’attenzione, sia a livello di governo sia da parte delle amministrazioni locali, che al momento non si vede. Anzi. Continuiamo a sprecare diverse possibilità che abbiamo, tutte a portata di mano, per dare una casa agli italiani, innanzitutto i giovani, che la richiedono. Una delle direttici del nuovo Piano Casa è quella della riqualificazione del gigantesco patrimonio edilizio delle periferie urbane. Il 60 per cento degli italiani vivono nelle periferie, ma ancora non abbiamo una linea nazionale per riqualificarle. Per fortuna, abbiamo rinunciato all’idea di abbattere interi quartieri, come è avvenuto in passato, per eliminare i mostri del passato. Ma bisogna fare un passo avanti e, come ha sempre chiesto Renzo Piano, investire sul rammendo delle periferie. Cambiarne il volto. Renderle più vivibili, attrezzarle con verde urbano e servizi, collegarle bene al centro delle città. E assegnare le case a chi decide di venire qui a vivere. Secondo alcune indiscrezioni il piano casa riguarderà le fasce di reddito tra i 30mila e i 60mila euro l’anno, proprio quel ceto medio a cui Meloni ha promesso di dare di risposte a partire dal prossimo autunno.
Le reazioni. La segretaria del Pd Elly Schlein, commentando il discorso della premier, critica il passaggio sul piano casa: “Noi sono tre anni che diciamo che c’è un’emergenza abitativa e facciamo proposte, Salvini ha annunciato almeno trenta volte un suo piano casa, ma l’unica cosa che hanno fatto è stato togliere il fondo per l’affitto, 330 milioni per chi rischiava lo sfratto”, ha detto in un’intervista. “Il fondo va ripristinato e triplicato e occorre recuperare le case popolari sfitte. Quando ero vicepresidente in Emilia-Romagna con un investimento di dieci milioni abbiamo recuperato 730 alloggi in sette mesi. Pensi agli studenti fuorisede: con gli affitti alle stelle si mina il diritto allo studio. E un tema enorme. Ma fin qui la destra ha fatto solo condoni” ha concluso. E su questo, almeno su questo, l’opposizione sembra essere compatta. “Il Governo continua a spacciare per politiche abitative ciò che sono solo scorciatoie per la rendita immobiliare. Condoni, case da 20 metri quadri, liberalizzazioni selvagge: non è questa la risposta all’emergenza abitativa. E’ solo la normalizzazione del disagio” dice Marco Grimaldi, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, primo firmatario della proposta di legge di Avs sul diritto alla casa, replicando alle misure annunciate dalla presidente del Consiglio. “Servono – prosegue il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi – almeno 500.000 nuove case popolari, senza consumo di suolo. Il patrimonio pubblico e privato lasciato vuoto va censito, recuperato, reimmesso nel circuito dell’abitare. Non possiamo più tollerare che migliaia di famiglie siano senza casa mentre migliaia di case restano vuote. La proposta Avs – sottolinea – nasce dal lavoro del Social Forum dell’Abitare di Bologna e dalla rete ‘Vuoti a rendere’ promossa da Sinistra Ecologista. E’ un piano pluriennale che punta a restituire centralità al ruolo pubblico, superando il modello fallimentare del social housing in appalto. Riqualificare il patrimonio edilizio, mettere in sicurezza il territorio, generare lavoro e inclusione sociale: questa è la direzione. Le amministrazioni – rileva – devono censire lo stato di utilizzo degli immobili, anche privati. I grandi proprietari devono rendere conto. Se non avanzano proposte di utilizzo, se non reimmettono gli alloggi sul mercato a canone concordato, devono essere penalizzati fiscalmente. E se necessario, sottoposti a requisizione. Il diritto all’abitare non è negoziabile. La pandemia ci ha insegnato che senza casa non c’è salute, non c’è dignità, non c’è futuro. Il Governo Meloni – conclude Grimaldi – sembra averlo dimenticato” ha spiegato il deputato. Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde rincara la dose. “La Premier, che dice di voler lanciare un piano casa per i giovani, dovrebbe spiegare la ragione per cui, invece, i giovani hanno lavori sottopagati, sono precari e non gli è stato garantito un salario minimo. Questo è il vero problema. Il punto è che fa grandi favori alle società energetiche e bancarie, che hanno speculato realizzando, in soli tre anni, oltre 100 miliardi di extraprofitti, mentre i giovani e gli italiani sono sempre più poveri”, conclude. “L’Italia avrà un nuovo piano casa dopo decenni, il governo è al lavoro concretamente. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata chiara su quelle che saranno le direttrici del nostro sviluppo: casa e infrastrutture”. Lo afferma, in una nota, Erica Mazzetti, deputata e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di FI facendo presente che “l’ultimo piano casa è del governo Berlusconi e risale a circa 20 anni fa” le parole di Mazzetti. “Sia con il Dipartimento che con l’Intergruppo ‘Progetto Italia’ che dirigo – ricorda -, sono anni che affrontiamo queste tematiche e abbiamo costituito un comitato tecnico scientifico ben strutturato e professionale: daranno un importante impulso costruttivo. Sono mesi che in Commissione parlamentare sollecito l’audizione del ministro Salvini per affrontare il tema e sono certa che interverrà a breve: adesso non è più rinviabile” le parole di Mazzetti.


