Sant’Agnello, insulti razzisti in strada a un lavoratore ucraino
CRONACA
4 settembre 2025

Sant’Agnello, insulti razzisti in strada a un lavoratore ucraino

Michele De Feo

Insulti in strada e frasi a sfondo razzista riprese in video. È quanto denuncia un lavoratore ucraino a Sant’Agnello, in un filmato diffuso sui canali social del deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra). La scintilla: uno stallo riservato ai residenti che, in base al contenuto della segnalazione, sarebbe stato occupato da uno scooter riconducibile al titolare di un ristorante. «Inizio questo video a seguito di un episodio che mi è capitato. Pretendevo che lo scooter fosse spostato. Sono stato letteralmente aggredito verbalmente», racconta l’uomo.

La sequenza, secondo il resoconto, si articola in due momenti: la contestazione dello stallo per la sosta, la chiamata ai vigili urbani e poi il confronto nel filmato in cui – si sente – l’interlocutore alza i toni dall’ingresso del ristorante, rivolgendosi all’uomo di origini ucraine. Nelle immagini circolate si sentono parole con riferimenti alla nazionalità del lavoratore ed anche frasi «favorevoli» a Putin e ai bombardamenti in Ucraina, nonché imitazioni dell’accento. «Ha dimostrato ostilità razziale nei confronti del popolo ucraino», afferma l’uomo.

In un passaggio, il ristoratore avrebbe anche evocato lo sfratto: «Te ne vai dalla casa della signora, io pago più di te e te ne caccio», le parole che si odono dal video. Tra le frasi pronunciate anche un invito ad andare «a combattere» mentre «i compaesani stanno morendo» nel corso del conflitto che da oltre tre anni sta dilaniando il popolo ucraino, oppresso dalla guerra con la Russia e dai bombardamenti che continuano a generare morte e distruzione.

La polizia municipale sarebbe già stata allertata nella prima fase della vicenda, come riferisce l’uomo: «Ho chiamato i vigili, mi sono recato al comando». E proprio gli agenti hanno effettuato i primi accertamenti sul caso, per ricostruire lo scenario e far luce sull’accaduto, verificando tempi, luoghi e contesto dello scambio verbale, di pari passo con il perimento delle responsabilità rispetto alle frasi pronunciate dal titolare del ristorante, che per ora preferisce non commentare l’accaduto in attesa di chiarire la sua posizione sui fatti. Resta inteso che, in ogni modo, la vicenda fa riferimento ad un video per il quale gli accertamenti in corso potranno chiarire il contesto, lo scenario e la dinamica completa dell’accaduto. La penisola sorrentina, che negli ultimi anni ha accolto tante famiglie ucraine in fuga dalla guerra, è una realtà in cui convivenza, diritti e regole si intrecciano nel quotidiano, in una terra di inclusione e accoglienza.

Il caso alimentato dal video diffuso è anche un monito alla comunità, chiamata a promuovere l’inclusione contro ogni forma di discriminazione. I rilievi degli agenti rappresentano la prima frase di un percorso incentrato sulla valutazione delle condotte al centro della contestazione.  «Mi ha insultato pubblicamente, ha minacciato di sfrattarmi, ha offeso mia moglie», sostiene il lavoratore ucraino. Un parcheggio conteso, dunque, è diventato teatro di un episodio che solleva interrogativi profondi su rispetto, convivenza e tenuta civile della comunità.