Scuola, quanto costi: penne, quaderni e libri su del 25% in tre anni
Anche quest’anno si profila una stangata con la riapertura imminente dell’anno scolastico. Un lungo elenco di aumenti, secondo il report stilato dall’Unione Consumatori, che fanno schizzare i prezzi: alloggi +6%, penne e matite +6,9%, libri +2,8%. Dal 2021, penne +24,2%, quaderni +20,3%, libri +14,4%. Il prezzo dei libri scolastici sale del 2,8%, superiore al tasso di inflazione programma pari all’1,8% valido per i testi della scuola primaria e secondaria di primo grado, ma ampiamente superato per le scuole superiori, considerando anche dizionari e finti libri facoltativi. Una variazione che sale al 6,7%% rispetto al 2023 e all’11,9% sul 2022, superiore al tasso di inflazione generale corrispondente, pari, rispettivamente, al 2,9% e al 9%. Sembra andare meglio per quadernoni e risme di carta che costano per il momento l’1,5% in più rispetto a un anno fa, l’incremento minore tra i prodotti monitorati, ma si tratta solo un miraggio: i consumatori, infatti, pagano ancora i mega rincari del 2022 (+9,8%) e del 2023 (+7,5%), conteggiando i quali ora si sborsa il 20,3% in più rispetto al 2021. Penne, matite ed evidenziatori decollano del 6,9% sul 2024, record rispetto a un anno fa e anche nel confronto con il 2022 (+16,6%) e con il 2021 (+24,2%). Gli alloggi universitari schizzano del 6% sul 2024, la seconda peggiore performance annua e al primo posto dei rialzi rispetto al 2023 con +13,6%. “Il Governo – rimarca il presidente di Unc Massimiliano Dona – deve intervenire immediatamente contro il caro scuola con un decreto che elimini ogni vincolo agli sconti sui libri scolastici, modificando la Legge 128/2011 che nel 2020, per fare un favore ai librai, è stata ulteriormente peggiorata, danneggiando le famiglie e vietando alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina, anche sotto forma di buoni spesa” le parole del leader dell’Unione Consumatori. “Nel 2019 – ricorda – i ribassi arrivavano, grazie ai buoni sconto, anche al 25%, mentre ora non possono superare la soglia del 15. Una tassa occulta del 10% a danno dei consumatori. Anche l’Antitrust nel Rapporto preliminare sull’editoria scolastica ha confermato la nostra denuncia, avvalorando quanto abbiamo sostenuto nel nostro contributo alla consultazione pubblica e sostenendo che a fronte della funzione sociale dell’istruzione e dell’obbligatorietà dei libri di testo, appare inappropriato che i costi di sostegno agli operatori del settore siano addossati alle famiglie dei consumatori” le paorle del presidente Dona. “Chiediamo poi – aggiunge il presidente Dona – di vietare la pratica degli editori, in materia di licenze per l’editoria digitale, di impedire, una volta usato il codice digitale, di trasferire la componente online del libro a un nuovo acquirente. Un abuso che, come dichiara l’Antitrust, ‘pregiudica il riutilizzo dei libri usati e ne deprezza il valore’, oltre a creare disparità rispetto alle edizioni cartacee e a ostacolare il comodato d’uso gratuito. Bisogna poi azzerare l’Iva sui libri scolastici, potenziare le detrazioni fiscali sulle spese dell’istruzione, includendo anche le spese per i libri scolastici” afferma il presidente dell’Unione Consumatori.


