Aurora morta in gita, la Procura chiede l’archiviazione: «Soffocata da bolo alimentare»
CRONACA
9 settembre 2025

Aurora morta in gita, la Procura chiede l’archiviazione: «Soffocata da bolo alimentare»

metropolisweb

Aurora morì per asfissia da inalazione di bolo alimentare mentre si trovava a bordo della motonave Cruise Bonaria durante una gita scolastica. È quanto accertato dall’autopsia disposta dalla Procura di Torre Annunziata, che ha escluso responsabilità di terzi e ha chiesto al Gip l’archiviazione del caso.

La Procura oplontina ha chiesto al gip del Tribunale di Torre Annunziata di disporre l’archiviazione del procedimento relativo al decesso della giovane Bellini Aurora, nata a Grosseto il 31 maggio 2005, avvenuto in data 18 marzo 2025. Quella notte, alle ore 02.00, la sala operativa della Capitaneria di Porto di Napoli riceveva la segnalazione di un’urgenza medica proveniente dalla motonave “Cruise Bonaria”, in navigazione dal porto di Napoli verso il porto di Palermo, a bordo della quale viaggiava la giovane indicata in premessa, che si trovava in gita scolastica. Attivata immediatamente la procedura di soccorso, alle 02.35, la motonave veniva raggiunta in acque internazionali da una motovedetta della Capitaneria di Porto dell’ufficio circondariale di Capri che trasportava Bellini Aurora, assieme al medico di bordo, che le aveva prestato i primi soccorsi, verso il porto più vicino, quello di Sorrento, dove ormeggiava alle ore 03.37. All’arrivo della motovedetta, il personale medico del 118, precedentemente allertato e già presente presso il porto, constatava l’avvenuto decesso di Bellini Aurora. “Atteso il grande clamore mediatico, anche a livello nazionale, della vicenda relativa al decesso di Bellini Aurora, avuto riguardo sia alla giovane età della vittima (non ancora ventenne) residente in Grosseto, sia alle circostanze in cui lo stesso è maturato (nottetempo, a bordo di un traghetto in navigazione in acque internazionali, in occasione di una gita scolastica), nonché al fine di confutare alcune illazioni all’epoca dei fatti circolate in merito alla presunta assunzione di sostanze stupefacenti da parte della ragazza, questo Ufficio, dopo che i genitori della vittima sono stati debitamente informati, per il tramite del loro difensore di fiducia, delle determinazioni assunte da questa Procura della Repubblica, ritiene di informare, altresì, l’opinione pubblica sull’esito del procedimento, dando sinteticamente conto delle motivazioni poste a fondamento della richiesta di archiviazione”, si legge in una nota della Procura di Torre Annunziata.

Aurora era una studentessa della classe IV ATL dell’Istituto Polo Tecnologico Manetti Porciatti di Grosseto, partita insieme agli altri allievi ed ai relativi insegnanti dello stesso istituto scolastico, la mattina del 17 marzo 2025, a bordo di un pullman privato, per raggiungere la città di Napoli nel tardo pomeriggio. La Procura ricostruisce l’accaduto: “Dopo aver trascorso la prima parte della serata in giro per il capoluogo partenopeo, alle ore 21.00 circa, la scolaresca si era imbarcata sulla motonave “Cruise Bonaria”, che sarebbe dovuta arrivare a Palermo la mattina successiva. A Bellini Aurora era stata assegnata la cabina 4030 del ponte n.4, che ella condivideva con altre tre compagne di classe. Nel corso della serata, alle 23.00 circa, Bellini Aurora, assieme agli altri ragazzi, aveva partecipato alla serata che si teneva in discoteca, bevendo qualche drink, mentre una delle sue compagne di stanza, avendo qualche decimo di febbre, alle ore 23.30 decideva di ritornare in cabina ed utilizzare i tappi nelle orecchie per dormire. Poco dopo le ore 00.30 Bellini Aurora, avendo necessità di andare in bagno, decideva di rientrare in cabina e, dopo aver scambiato qualche battuta con l’amica presente in cabina, che poi si riaddormentava, andava in bagno. Solo successivamente, verso le ore 01.00, l’amica della Bellini presente in cabina, dopo essere stata svegliata da altri suoi compagni di classe, realizzava che Aurora non era ancora uscita dal bagno e quindi, dopo averla chiamata ad alta voce senza avere risposta, apriva la porta del bagno ritrovandola vestita, faccia a terra sul piatto della doccia, priva di sensi. A partire da quel momento si attivava tempestivamente la procedura dei soccorsi secondo le modalità già indicate in precedenza. Dall’ispezione cadaverica, effettuata nell’immediatezza dei fatti dal personale medico intervenuto, non era verso alcun segno di violenza sul corpo della ragazza. Dalle indagini è emerso, altresì, che i primi soccorsi medici effettuati a bordo della motonave erano stati tempestivi e adeguati, mediante l’utilizzo di un defibrillatore funzionante e l’adozione delle manovre rianimatorie previste in casi del genere. Dalle dichiarazioni rese dalle numerose persone escusse, è emerso che la ragazza quella sera non aveva manifestato alcun particolare malessere, era stata vista fumare del semplice tabacco e la sigaretta elettronica ed aveva bevuto bevande alcoliche, ma in quantità non smodata. Dall’ispezione della cabina della nave e del bagaglio che Bellini Aurora aveva portato con sé per il viaggio in Sicilia non erano emersi elementi di interesse investigativo (in particolare, non erano state rinvenute sostanze stupefacenti). La consulenza autoptica disposta sul cadavere della ragazza ha accertato che la genesi del decesso della stessa è da ricondurre ad un’asfissia da aspirazione di bolo alimentare. In particolare, l’etiopatogenesi del decesso della Bellini è riconducibile ad un’asfissia meccanica da aspirazione per sommersione interna di materiale gastrico rigurgitato, che ha determinato l’exitus, per inibizione riflessa cardio-vascolare e respiratoria. Tale conclusione è avvalorata dalla presenza di materiale alimentare non solo nel cavo orale, ma altresì in laringe, trachea, biforcazione tracheale e bronchi principali, a carattere occlusivo, e nei polmoni della vittima, che conferma la diagnosi di morte per aspirazione di bolo alimentare per reflusso gastro-esofageo. I risultati delle analisi tossicologiche eseguite hanno documentato l’assenza nel sangue e nei tessuti della vittima, di alcol etilico, sostanze psicotrope e stupefacenti (inclusi benzodiazepine, barbiturici, oppiacei, cannabinoidi, stimolanti, antidepressivi) e di principi attivi neurodepressori che potessero alterare lo stato di coscienza o inibire i fisiologici riflessi protettivi (tosse, deglutizione). Pertanto, la consulenza autoptica ha escluso che la ragazza versasse in uno stato di incoscienza da intossicazione o da sedazione farmacologica che possa aver facilitato l’aspirazione di bolo alimentare. Il decesso di Aurora Bellini appare quindi riconducibile a un meccanismo patogenetico acuto e improvviso di soffocamento per inalazione di cibo. La conclusione necessitata, ad avviso di questo Ufficio, alla stregua degli accertamenti effettuati, è che nel decesso di Bellini Aurora non sono ravvisabili estremi di reato, né responsabilità, omissive o commissive, di terzi, essendo stato lo stesso determinato da soffocamento conseguente ad inalazione accidentale di bolo alimentare ed essendo stati tempestivi, per quanto inutili, i soccorsi, avuto riguardo alle circostanze di tempo e di luogo in cui è maturato il decesso della ragazza”.

La Procura conclude: “È invero, alla luce dei risultati della consulenza autoptica, istologica e tossicologica, il decesso di Bellini Aurora va ricondotto ad una tragica fatalità sulla quale non ha inciso in alcun modo la condotta di terzi”.