Alta tensione in Stellantis, Fiom: “Preoccupati per il futuro degli operai di Pomigliano”
Si è tenuto oggi un incontro tra le organizzazioni sindacali di categoria e confederali con la Regione Campania, convocato dall’assessore regionale al Lavoro, Antonio Marchiello, per discutere delle prospettive industriali ed occupazionali del sito Giovanbattista Vico di Pomigliano d’Arco. Nel corso della riunione la Fiom e la Cgil di Napoli hanno espresso la crescente preoccupazione sul futuro produttivo dello stabilimento Stellantis di Pomigliano. La Fiom e la Cgil hanno evidenziato che “negli ultimi anni Stellantis ha cancellato oltre 1000 posti di lavoro e, contestualmente, aumentato il ricorso agli ammortizzatori sociali chiedendo sistematicamente alle istituzioni di elargire fondi senza però prevedere garanzie occupazionali”. “Fiom e Cgil – si legge nella nota – hanno sottolineato che i volumi produttivi dei modelli Panda e Tonale sono notevolmente calati poiché soffrono la concorrenza dei nuovi modelli dello stesso segmento, tutti prodotti in stabilimenti fuori dal territorio nazionale. In prospettiva, per il sito Giovanbattista Vico sono previsti due nuovi modelli solo a partire dal 2029: un orizzonte temporale troppo incerto ed insostenibile sia sul piano industriale che su quello occupazionale. Il calo della produzione – evidenziano Fiom e Cgil Napoli – ha causato un uso massiccio della cassa integrazione, con pesanti ricadute sui salari dei dipendenti che, in molti casi, non superano i mille euro mensili. Abbiamo ribadito la necessità di trovare fondi per integrare il salario dei lavoratori e per tutelare l’intero indotto”. “Non è più tollerabile – denunciano Fiom e Cgil Napoli – che i lavoratori di Pomigliano d’Arco vivano con in una costante incertezza e con stipendi erosi dal crescente costo della vita. La produzione deve ripartire e la Regione Campania deve attivarsi urgentemente nei confronti del Governo centrale per chiedere ed ottenere da Stellantis un piano industriale concreto e, soprattutto, per anticipare l’implementazione dei nuovi modelli. I lavoratori del sito Giovanbattista Vico non vogliono vivere di ammortizzatori sociali ma di lavoro”. Nel corso dell’incontro, infine, Fiom e Cgil hanno evidenziato le forti tensioni nell’indotto, a partire dalla situazione dei lavoratori Trasnova che, nonostante i tavoli di confronto aperto al MIMIT, rischiano di perdere il lavoro il prossimo 31 dicembre.


