CRONACA
13 settembre 2025

Torre del Greco, villa Macrina cade a pezzi: «Solo false promesse dal sindaco» | VIDEO

Alberto Dortucci

Torre del Greco. Promesse, rassicurazioni, annunci. E poi? Nulla, se non degrado e abbandono. A distanza di un anno dagli impegni assunti dal sindaco Luigi Mennella sul restyling di Villa Macrina, la (triste) realtà è sotto gli occhi di tutti: la storica dimora di via Nazionale cade letteralmente a pezzi, trasformata in un monumento-simbolo dell’incuria e dell’abbandono politico.

Il video-denuncia

Basta varcare il cancello d’ingresso – simbolicamente ridotto a «barriera» tra la città e il degrado urbano – per rendersi conto di come la villa settecentesca in stile liberty, uno dei gioielli del patrimonio comunale, sia stata condannata al lento disfacimento. Il marciapiede all’ingresso accoglie i visitatori con un tombino divelto, dissestato e sporgente: un pericolo concreto per i pedoni, ma soprattutto una bomba a orologeria per le casse comunali in caso di richieste di risarcimento. Lo sguardo si alza e la fotografia peggiora: il muro di cinta interno e esterno è completamente ammalorato, la facciata rivolta al Vesuvio – già oggetto di un crollo a inizio 2024 – è sbriciolata, gli infissi di legno sul lato nord non esistono più. Dentro, lo scenario è desolante: l’atrio devastato dagli intonaci cadenti, i quattro grandi vasi ai piedi della scala riempiti solo da erbacce rinsecchite, la fontana svuotata e abbandonata. A completare il quadro, la facciata sul mare corrosa e annerita, segno evidente di anni di totale mancanza di manutenzione. Eppure, nonostante questo spettacolo indecoroso, nella villa si continuano a celebrare nozze e unioni civili. A caro prezzo, sia chiaro. Così, mentre gli sposi cercano di dare dignità al giorno più importante della loro vita, gli invitati si trovano di fronte a uno scenario penoso, che trasmette più malinconia che bellezza. Una “cartolina” che racconta meglio di mille discorsi la distanza tra le promesse dei «salotti buoni» del Comune e la realtà delle periferie. Il paradosso è che, durante i fine settimana di settembre, la struttura ospiterà addirittura una rassegna dedicata ai bambini, articolata in tre appuntamenti. Un’iniziativa culturalmente apprezzabile, ma che rischia di stridere in modo grottesco con le condizioni di pericolo e degrado in cui versa l’immobile.

L’allarme di Vito

A lanciare l’allarme, non da oggi, è il consigliere comunale d’opposizione Salvatore Vito, capogruppo della civica Insieme per la Città. Già due anni fa, il fedelissimo di Alfonso Ascione aveva sollevato il problema delle cadute di calcinacci su via Nazionale, segnale inequivocabile di una struttura che implora(va) interventi urgenti. All’epoca il sindaco Luigi Mennella rispose rassicurando tutti: i lavori sarebbero partiti a breve. «Parole, solo parole – allarga le braccia Salvatore Vito – A oggi, pieno 2025, di cantieri o anche solo di progetti neanche l’ombra». Anziché pensare a restituire dignità a un bene storico e a una biblioteca – la “Enzo Aprea”, al secondo piano, con i suoi 18.000 volumi e 2500 antichi, dimenticata e relegata a orari di apertura da ufficio postale – l’amministrazione comunale ha preferito concentrarsi su altre «priorità» come arredare le stanze del municipio con tappeti orientali e tende nuove. «Villa Macrina è stata lasciata a marcire, così come tutta la periferia – conclude Salvatore Vito – I cittadini non possono accontentarsi di spot e passerelle, mentre uno dei luoghi più preziosi del territorio si sgretola nell’indifferenza generale».

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