Agguato a Gragnano, le ultime 24 ore di vita del ras Alfonso Cesarano
CRONACA
17 settembre 2025

Agguato a Gragnano, le ultime 24 ore di vita del ras Alfonso Cesarano

Michele De Feo

Il piano esecutivo dell’agguato ad Alfonso Cesarano, il 34enne ammazzato in via Cappella della Guardia tra Gragnano e Casola, è iniziato la mattina del 28 agosto, un giorno prima dell’omicidio. Prima in mattinata, è stato effettuato un sopralluogo nella strada dove abitava la vittima, poi, poche ore più tardi, sul posto di lavoro dove Cesarano aveva il permesso di recarsi nonostante fosse agli arresti domiciliari. Tutti questi momenti, insieme alle fasi esecutive dell’agguato mortale ad Alfonso Cesarano, sono state riprese dalle telecamere del sistema di videosorveglianza comunale di Gragnano e che i carabinieri del nucleo investigativo hanno acquisito per risolvere in appena otto giorni l’omicidio del 34enne ritenuto vicino agli ambienti criminali del clan Di Martino, la cosca egemone dei Monti Lattari. Ma procediamo con ordine. In carcere, accusati di omicidio aggravato da metodo mafioso, sono finiti i presunti sicari, Aniello Mirante, 38 anni di Santa Maria la Carità, e Salvatore Bifulco, 55 anni di Castellammare, e la presunta basista, Rita Letizia Maugeri, 49 anni di Boscoreale. Secondo quella che è la ricostruzione fatta dalla Dda, il delitto Cesarano era stato deciso almeno un mese prima. Una conclusione a cui gli 007 sono arrivati perché la targa montata sullo scooter utilizzato per il raid risultava rubata il 7 agosto. Ma ora facciamo un passo avanti al 28 agosto, il giorno prima dell’agguato. Sono le 7:46 quando le telecamere degli impianti di videosorveglianza inquadrano due soggetti- per l’accusa Aniello Mirante e Salvatore Bifulco- in via Cappella della Guardia, nei pressi dell’abitazione di Cesarano. I due si guardano attorno, studiano una via di fuga e, dopo pochi minuti si allontanano. Passano quattro ore e questa volta, alle 12;11, in via Saletta, nei pressi del luogo di lavoro di Cesarano, le telecamere inquadrano altri due soggetti, per l’accusa Salvatore Bifulco e Rita Letizia Maugeri. Per l’Antimafia i due stanno effettuando un scendono sopralluogo, forse per decidere dove sia più «comodo» compiere l’omicidio. Terminata questa fase preparatoria, si passa alla fase esecutiva dell’agguato, il 29 agosto. Rita Letizia Maugeri aveva predisposto come base operativa un suo garage in via Andreulli, nel cuore del Piano Napoli a Boscoreale. Alle 13:54 Bifulco, a bordo di una Nissa Juke, e Mirante, in sella ad un Sh, arrivano sul posto. I due entrano nel garage, si cambiano i vestiti, indossano un casco, e partono alle 14:31 in sella ad un T-max su cui era montata la targa rubata. Alle 14:40 arrivano in via Cappella della Guardia dove hanno aspettato Alfonso Cesarano. Alle 15:02 la vittima, come ogni giorno imbocca via Cappella della Guardia. Cesarano viaggiava anche lui in sella ad uno scooter con la sua cagnolina accovacciata tra le sue gambe. Bifulco non perde tempo e immediatamente si affianca a Cesarano. Mirante tira fuori la pistola e inizia a sparare. Undici i colpi i esplosi, cinque quelli andati a segno. I sicari imboccano via Cappella della Guardia, passano per la zona dell’ex carcere e ritornano alle 15:22 Boscoreale, nel garage di Rita Letizia Maugeri. Bifulco e Mirante parcheggiano il T-max, si cambiano nuovamente i vestiti e una volta usciti, alle 15:54, salgono a bordo di una Kia sportage, di proprietà di Rita Letizia Maugeri. Infine, pochi minuti più tardi, i tre fanno ritorno al garage e ognuno si allontana con i rispettivi veicoli. I carabinieri, nel corso del blitz della scorsa settimana, sono riusciti a sequestrare lo scooter e la pistola utilizzati per il raid, ma anche 4mila euro in contanti in casa di Mirante. L’inchiesta della Dda continua per ricostruire movente e identificare i mandanti.