Bici in sosta negli androni: quando il Tribunale può dire no
Il tema della sosta delle biciclette negli androni condominiali è sempre più frequente, soprattutto nelle grandi città, dove lo spazio è limitato e l’uso delle due ruote è in costante crescita. Una recente sentenza del Tribunale di Torre Annunziata (n. 1970 del 4 settembre 2025) ha chiarito che è sufficiente un divieto generico inserito nel regolamento condominiale per vietare e rimuovere le biciclette lasciate negli spazi comuni, senza che sia necessaria una motivazione più articolata. “Il Codice civile (artt. 1102 e 1117 c.c.) riconosce a ciascun condomino il diritto di utilizzare i beni comuni, purché non se ne alteri la destinazione e non si limiti il pari diritto degli altri. Questo principio si traduce nella possibilità di un uso “più intenso” della cosa comune, che tuttavia non può tradursi in un’occupazione arbitraria e continuativa a danno della collettività condominiale” scrive Lelio Mancino, avvocato che si occupa di vicende condominali. “Nel caso esaminato, un condomino aveva parcheggiato la propria bicicletta nell’androne del palazzo, nonostante il regolamento condominiale contenesse un divieto generale di “occupare gli spazi comuni con qualunque oggetto”. Il Tribunale ha ritenuto legittima la rimozione del velocipede, sottolineando che la previsione regolamentare, pur generica, era sufficiente a vietare la pratica” la tesi portata avanti dal legale. “Secondo i giudici, infatti, l’androne ha una destinazione diversa rispetto al parcheggio di biciclette: è luogo di passaggio, di accesso e di rappresentanza, e non può essere arbitrariamente trasformato in ricovero per mezzi privati” afferma il legale che fa chiarezza di un tema che è particolarmente sentito soprattutto nelle grandi città, ma anche in quelle piccole ma densamente abitate. L’uso improprio degli spazi comuni comporta: una violazione del regolamento condominiale; un’alterazione della destinazione della cosa comune; possibili conseguenze risarcitorie o sanzioni deliberate dall’assemblea. “Il principio affermato dalla giurisprudenza è chiaro: se il regolamento vieta genericamente l’occupazione degli spazi comuni, la presenza di biciclette, motorini o altri oggetti può essere contestata e rimossa – continua ancora l’avvocato esperto di liti condominiali – Il messaggio è semplice: la libertà di utilizzo dei beni comuni deve convivere con il rispetto delle regole condominiali e dei diritti altrui. Per evitare conflitti, è sempre consigliabile che i condomini, attraverso l’assemblea, individuino aree dedicate a biciclette e motorini, così da contemperare esigenze di mobilità sostenibile e rispetto della normativa vigente” il consiglio che viene dato a tutti quelli che si trovano a vivere un situazione del genere da parte del legale che si è occupato della vicenda. Con il recente pronunciamento del Tribunale di Torre Annunziata, dunque da questo momento in poi, chi volesse trovare un riferimento giuridico dovrebbe semplicemente fare ricorso a questa sentenza che,di fatto, rappresenta un precedente importante sul caso.


