Scandalo rifiuti a Torre del Greco, irrevocabili le assoluzioni per Borriello e i vertici della Fratelli Balsamo
Torre del Greco. Scandalo rifiuti e giro di mazzette: fine (definitiva) del calvario giudiziario dell’ex sindaco Ciro Borriello e dei vertici della ditta di igiene urbana Fratelli Balsamo. A tre mesi dal liberatorio verdetto per gli imputati «eccellenti» dell’inchiesta costruita intorno a presunte anomalie nell’aggiudicazione degli appalti Nu promossi dal Comune di Torre del Greco, la procura di Torre Annunziata sceglie di non presentare ricorso contro la sentenza di assoluzione emessa a inizio aprile dai magistrati del palazzo di giustizia: la scelta – comunicata via pec dai funzionari della stessa procura – rende così irrevocabile la formula piena con cui era stata restituita verità e dignità all’ex sindaco Ciro Borriello e ai vertici della ditta Fratelli Balsamo. La decisione suggella definitivamente la caduta di ogni accusa a carico degli imputati, per cui lo stesso pm Giuliana Moccia – già in udienza – aveva chiesto l’assoluzione, riconoscendo l’assenza di prove a sostegno delle ipotesi di reato.
Fine del calvario
Si chiude, dunque, senza appello una delle pagine giudiziarie più complesse e tormentate degli ultimi anni all’ombra del Vesuvio. Otto anni di indagini, sospetti e processi che avevano visto Ciro Borriello e gli imprenditori dell’igiene urbana trascinati al centro di un presunto scandalo da ventimila euro al mese, soldi che – secondo l’accusa – sarebbero serviti a ungere l’amministrazione per garantirsi la gestione degli appalti dei rifiuti. Tutto archiviato come «fatto che non sussiste». La sentenza di primo grado – pronunciata il 2 aprile – aveva già ribaltato le accuse costruite a partire dagli arresti del 2017 e dalle indagini della guardia di finanza avviate nel 2012. Difensori e magistrati avevano smontato uno a uno i tasselli di un castello che si è rivelato fragile: dai presunti incontri segreti mai avvenuti, alle false fatture ipotizzate e mai dimostrate, fino ai filmati delle telecamere di sorveglianza che per settimane ripresero soltanto gabbiani e balconi di abitazioni private. Già allora l’assoluzione aveva il sapore di una liberazione, ma restava sospesa l’ombra di un possibile appello. Con la rinuncia della procura, il rischio scompare e il verdetto assume carattere definitivo. «È come se un incubo fosse finito», aveva commentato Ciro Borriello subito dopo la pronuncia del tribunale. Parole che oggi acquistano un valore diverso, a suggello di un percorso giudiziario che ha segnato vite e carriere politiche.
Anni di battaglia
Ora la parola “fine” è scritta a caratteri indelebili. Nessuna nuova udienza, nessun ribaltamento, nessuna incertezza. Restano soltanto gli strascichi di anni di battaglia legale e la consapevolezza di avere attraversato un percorso giudiziario che, alla prova dei fatti, non aveva fondamento.
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