Tangentopoli a Sorrento, Lello il sensitivo confessa e viene minacciato
Raffaele Guida, il sensitivo
CRONACA
21 settembre 2025

Tangentopoli a Sorrento, Lello il sensitivo confessa e viene minacciato

Mauro de Riso

 


Trecentomila euro di tangenti nel corso del tempo, divise in due. E un biglietto trovato in cella, con una minaccia nei suoi confronti. È la cornice dentro cui si muove il racconto di Raffaele Guida, noto come Lello il sensitivo, l’ex cartomante protagonista nell’inchiesta che ha travolto, tra gli altri, l’ex sindaco di Sorrento, Massimo Coppola. «In cella non è una bella cosa. Mi è arrivato un messaggio, scritto sopra la carta igienica. L’ho trovato in cella. C’era scritto: “Fatti gli affari tuoi, se no muori”», la sua rivelazione in un interrogatorio di agosto. Da un verbale di oltre 50 pagine, emerge un meccanismo che – a suo dire – avrebbe prodotto circa 300mila euro di mazzette: «Io e il sindaco in questa storia abbiamo fatto circa 300mila euro di tangenti, 150 e 150, perché Coppola si preoccupava di venire a prendere subito i soldi». Il cuore della vicenda, nelle parole del sensitivo, riguarderebbe il sistema degli appalti pubblici: «Si spezzettavano i lotti dei lavori, si privilegiavano le aziende a cui assegnare i lavori. In cambio di soldi». Il copione, secondo l’accusa, sarebbe stato sempre lo stesso. Sorprende però il punto di partenza, ben lontano dagli uffici comunali. Tutto nasce nello studio di cartomanzia di Guida al Centro Direzionale di Napoli, dove Coppola lo incontrò per la prima volta alla fine degli anni ’90. «Mi pagava per ogni seduta. Prese a fidarsi ciecamente di me. Ero il suo cartomante di fiducia. Gli dissi che aveva un bel futuro astrale, gli pronosticai una bella carriera in politica». Nel 2020, la previsione si avverò: Coppola fu eletto sindaco di Sorrento. Da quel legame personale, secondo Guida, sarebbe poi nata nel tempo un’alleanza parallela. Le prime occasioni di guadagno, in base alle ricostruzioni, sarebbero riconducibili all’emergenza Covid e alle mascherine. Poi il racconto di un presunto dialogo tra il sindaco e un interlocutore su una possibile percentuale da riconoscere su un’operazione. Il passo dalle carte ai soldi, racconta Guida, fu netto: «Era certo del fatto che non lo avrei denunciato, che non avrei neppure preso le distanze». Poi ancora: «Coppola in quella occasione mi spiegò che funziona così, non solo qui (a Sorrento), ma dappertutto».

Gli strumenti usati, come emergerebbe dal racconto, erano rudimentali ma efficaci: «Mi portò i “canarini”», con riferimento a schede telefoniche da applicare ad alcuni telefoni. «Mi disse che avrei dovuto usare questo strumento per comunicare con lui». Per parlare degli imprenditori da coinvolgere, invece, pare ci fosse un linguaggio in codice, anche con l’utilizzo di colori differenti: «Bisognava puntare su più cavalli». A precisa domanda sui possibili coinvolgimenti di politici nazionali, la risposta del sensitivo sarebbe stata secca: «Assolutamente no». Oggi Coppola, difeso dagli avvocati Bruno Larosa e Giovanni Pane, si trova ai domiciliari a Valmontone. Guida, assistito dal penalista Valerio Stravino, è stato scarcerato ed è anche lui ai domiciliari. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Nunzio Fragliasso e dal pm Giuliano Schioppi, è attualmente in corso. Ed anche le rivelazioni del sensitivo potrebbero fornire elementi per ulteriori sviluppi dell’indagine per far luce su un “sistema” di appalti pilotati a Sorrento: uno tsunami politico-giudiziario che ha travolto l’apparato amministrativo cittadino e che potrebbe ulteriormente ampliarsi col passare del tempo.