Fortuny e la luce: i soggiorni a Napoli e a Portici
CULTURA
9 ottobre 2025

Fortuny e la luce: i soggiorni a Napoli e a Portici

metropolisweb

All’Instituto Cervantes di Napoli un duplice appuntamento dedicato all’artista catalano Mariano Fortuny y Marsal (Reus 1838 – Roma 1874).  Due incontri che celebrano una delle figure più affascinanti del panorama artistico spagnolo, realizzati nell’ambito del ciclo “Fortuny: la geografia sentimentale di un pittore”.

Una serie di conferenze – ad ingresso gratuito – inaugurate lo scorso anno in occasione del 150º anniversario della morte di Mariano Fortuny. Giovedì 16 ottobre alle ore 17, presso la sede partenopea dell’Instituto Cervantes (via Chiatamone 6/G),  è in programma la prima delle due conferenze di questo mese dal titolo “Mariano Fortuny e Napoli“, a cura della storica dell’arte Eugenia Querci.

Il 30 ottobre alle ore 17, invece, si terrà “Fortuny e la luce. Il soggiorno a Portici”, a cura di Begnoña Torres González. Due momenti di approfondimento e conoscenza di uno straordinario artista che ha avuto un enorme successo internazionale, elogiato dai più importanti critici dell’epoca, mettendo in risalto il suo legame con la città partenopea e il soggiorno estivo a Portici tra il luglio e l’ottobre del 1874.Con il mare costantemente di fronte agli occhi, intorno una campagna ancora intatta sovrastata da cieli infiniti, Mariano Fortuny  disegna molto e abbraccia una pittura luminosissima, coltivata per sé, senza obiettivi di vendita a guidarne la mano. Un momento percepito come una liberazione, un desiderio di autonomia da quella morsa in cui il mercante Goupil e lo straordinario e precoce successo lo avevano costretto.

In quei mesi attorno a lui si riunisce tutta la comunità degli artisti napoletani, tra i quali i giovani Vincenzo Gemito e Antonio Mancini, in uno fecondo scambio artistico i cui effetti andranno molto al di là della prematura morte del pittore catalano, avvenuta poco dopo al suo rientro a Roma, il 21 novembre del 1874.Il suo più grande successo è dovuto fondamentalmente alla piccola pittura di corrente preziosista, basata su una tecnica minuziosa e virtuosa, su una preferenza per il piccolo formato (taubletins) e su una tematica ispirata al XVIII secolo.

Il pittore catalano è stato anche un artista versatile che ha praticato altre tecniche come l’acquerello e l’incisione, la pittura di paesaggi, quella orientalista e quella di genere, dove si è dimostrato molto più innovativo. Le sue ultime opere, realizzate durante il soggiorno estivo a Portici nel 1874, sono proprio le più libere e moderne, interessate alla cattura del plein air e alla pittura al naturale, con composizioni meno rigide, più libere e soggettive, lontane dagli interessi commerciali che lo perseguitavano.

A Portici iniziò la sua eccellenza marina – Villegiature-, il suo ultimo grande quadro destinato alla vendita- oggi scomparso – e che lasciò incompiuto. Qui dipinge anche, tra le altre cose, il meraviglioso ritratto La señora Agrassot; Las labanderas del Tiber, Paisaje de Portici o Los hijos del pintor en un salón japonés, in cui si mostra l’influenza dell’esotica arte orientale e il Carnicero árabe che, a parole sue non è da vendere, perché nessuno lo comprerebbe, solo io mi pagherò il lusso di averlo per me: questo è la vera pittura.