Gragnano accoglie Jorit: «L’urlo dei giovani ha fermato le bombe a Gaza»
«Il nostro urlo ha fermato le bombe, per questo è importante militare in piazza». Jorit marcia al fianco di centinaia di studenti a Gragnano nel giorno in cui la città accoglie il suo murale per la pace. È il volto di Bergoglio accanto a quello di un bambino, entrambi “graffiati” dalle emblematiche cicatrici che rimandano al concetto di “Human Tribe”, la famiglia di persone che per Jorit rappresentano la razza umana, quella che combatte per l’uguaglianza. Lo sguardo dell’ex pontefice punta verso il basso perché, spiega Jorit: «Anche la Chiesa si è sentita impossibilitata nel suo ruolo di indicare una direzione di fronte ad una tragedia così grande». Le parole di Jorit Agoch emozionano gli studenti radunatasi all’ombra delle mura dell’ex carcere mandamentale in attesa che cada il velo dalla sua ultima opera, dal titolo “Incrociati”, proprio per ricordare che il destino di ogni popolo è intrecciato l’uno all’altro.«L’opera è una riflessione sull’attualità. Il bambino, che rappresenta tutti i gazawi, ha uno sguardo alto, rivolto di fronte a sé, ma quasi perso nel vuoto. Il papa, invece, ha uno sguardo basso, riflessivo, quasi impotente di fronte al genocidio, come a dire: questo è troppo». Al centro, tra i due volti, una chiave, “simbolo di un ritorno a casa che per i palestinesi non potrà realizzarsi, perché ormai per loro una casa non esiste più” per riportare le parole commoventi della professoressa, di origini palestinesi, dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Souzan Fatayer. Alle estremità del murale, è riportata una frase forte, “In Palestina Dio muore”, ad indicare quanto i valori religiosi vengano sovvertiti e ignorati nelle logiche atroci della guerra, anche se oggi, finalmente, si parla di pace. Tutt’ancora da costruire. Nel suo intervento all’interno dell’ex carcere di Gragnano, Jorit ha voluto sottolineare l’importanza dell’impegno civico che c’è stato in questi giorni nelle piazze di tutta Italia ed Europa insieme. «Noi non siamo impotenti. Il presidente degli Stati Uniti, Trump, è stato costretto a proporre un accordo di pace perché ha paura che l’Europa intera si sollevi contro questa carneficina, bloccando tutto e creando un problema concreto. Siamo noi ad avere il potere e la forza di cambiare le cose». L’evento, organizzato dall’amministrazione comunale,guidata dal sindaco Nello D’Auria, insieme all’Unità Pastorale di Gragnano, è stato preceduto da una marcia che ha coinvolto tutte le scuole della città. I ragazzi hanno organizzato una lunga parata introdotta da quattro splendide ragazze, vestite con la bandiera della Pace, macchiata dal sangue delle vittime di questa guerra e quelle di Israele, Palestina e Italia. Dietro di loro, una frase simbolo di Pasolini: «La guerra non mi è mai sembrata così schifosamente terribile come ora, e non si è mai pensato cosa sia una vita umana».


