Sangiuliano candidato al consiglio regionale, esplode la rabbia del sindacato Rai
“Da direttore del Tg2 – con un’edizione firmata alle 13 – a ministro il pomeriggio stesso. Da ministro, costretto alle dimissioni, a corrispondente capo della sede di Parigi, ma anche con un febbrile impegno di editorialista per i quotidiani dell’editore e parlamentare della maggioranza Angelucci. E ora, dopo pochi mesi, da corrispondente a capolista per FDI in Campania? Partecipare attivamente alla vita politica del Paese è un diritto che nessuno vuole comprimere: esistono numerosi precedenti in Rai. Ma qui siamo oltre: la Rai non è un tram da cui si scende e si sale a piacimento”. Lo scrive l’Usigrai in merito alle voci sulla possibile candidatura dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per le regionali in Campania.”Ora – prosegue la nota -, o il diretto interessato smentisce pubblicamente (ma vedendo un post social di pochi giorni fa in cui ricordava cosa avesse fatto per la Campania pare difficile) o almeno abbia il buon gusto di prendere un periodo di aspettativa in attesa che il suo partito decida. E se dovesse entrare in politica per la seconda volta ci aspettiamo che si dimetta dalla Rai”. Parole forti anche dall’opposizione: “Da non credere. Fratelli d’Italia sta pensando di candidare alla Regione Campania Gennaro Sangiuliano: ex direttore del Tg2, ministro del governo Meloni e oggi corrispondente Rai da Parigi. La Rai è stata trasformata in un albergo ad ore del potere: non solo propaganda, ma trampolino di lancio per carriere personali. Mai, nella storia della televisione pubblica, era accaduto che un dirigente diventasse ministro, tornasse in azienda e poi si ripresentasse in politica. Un’anomalia clamorosa, che riduce il servizio pubblico a una succursale del governo. È vero: la Costituzione garantisce a tutti il diritto di candidarsi, e quindi Sangiuliano andrà in aspettativa se correrà per la Regione. Ma resta il nodo politico: serve un regolamento serio. Non si può considerare la Rai come una dependance del partito di governo, un ufficio a disposizione di chi passa dalla redazione al ministero, dal ministero allo studio televisivo e di nuovo alle urne. Se davvero Fratelli d’Italia porterà avanti questa operazione, sarà l’ennesima conferma che per Giorgia Meloni la Rai significa solo propaganda, potere e poltrone”. Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.

