Poppea sui silos, un simbolo di riscatto a Torre Annunziata
CRONACA
18 ottobre 2025

Poppea sui silos, un simbolo di riscatto a Torre Annunziata

Lucio D'Avino*

Gentile Direttore,

ho letto con sincera ammirazione il suo intervento sull’idea di trasformare i silos del porto di Torre Annunziata in una tela monumentale dedicata a Poppea Sabina. È una visione che condivido pienamente, perché affronta il nodo più profondo della nostra città: la necessità di rigenerare attraverso la bellezza, di trasformare le ferite del passato in segni di identità. Nel 2023, quando con la mia associazione lanciai il progetto dei “murales gentili”, non ero ancora un rappresentante della cittadinanza: ero semplicemente un giovane innamorato della propria terra, convinto che anche un piccolo gesto potesse accendere un cambiamento. Quella iniziativa fu una scintilla che accese qualcosa di più grande: un movimento spontaneo di cura e di speranza che ha poi contribuito a ridare colore a luoghi come la Provolera, il Rione Pescatori e le Rampe. Oggi quel sentimento arde più che mai – e leggere le sue parole, Direttore, parole di un uomo di grande esperienza, cultura e conoscenza del territorio, non può che alimentare quel fuoco che arde dentro di me. Perché la sua idea va oltre l’arte: è una chiamata alla visione. I silos, simbolo di un passato industriale ormai silenzioso, potrebbero diventare il manifesto della rinascita di Torre Annunziata. Una Poppea che si affaccia sul mare non solo come figura storica, ma come metafora della nostra città che rinasce, che si guarda allo specchio e si riconosce degna di bellezza. Abbiamo bisogno di questo: di sogni concreti, di progetti che uniscano cultura, urbanistica e identità. E il suo appello va proprio in quella direzione: una bellezza che non nasconde, ma che ricuce, che restituisce senso e orgoglio a chi abita queste strade ogni giorno. La street art, quando è partecipata, è linguaggio universale. Da Provolera ai porti del mondo, da Kobra a Jorit, da Blu a Banksy: ovunque l’arte ha mostrato che non esistono periferie dove c’è un’idea forte e condivisa di futuro. E Torre Annunziata, che di cultura e di storia vive da millenni, può e deve tornare ad essere protagonista di questa narrazione. Serve una sinergia tra istituzioni, associazioni, scuole, artisti e cittadini Serve comprendere che la bellezza non è un lusso, ma un diritto civico. Solo così potremo restituire al porto e ai quartieri circostanti una funzione non solo economica, ma anche sociale e simbolica: un punto di contatto tra la città, il mare e la sua anima. La sua proposta, Direttore, è un invito a credere ancora nella forza delle idee. E la condivido con convinzione, perché so quanto possa essere potente la passione di chi ama la propria terra più di ogni calcolo politico o personale. È quella stessa passione che mi spinse, due anni fa, a immaginare una Torre Annunziata capace di rigenerarsi con un pennello e un sogno. E che oggi mi guida, con la stessa intensità, nel mio impegno pubblico. Grazie per aver ricordato a tutti noi che anche da un muro di cemento può nascere una rivoluzione di bellezza. Torre Annunziata ha bisogno di visioni come la sua: autentiche, coraggiose, radicate nel territorio e proiettate verso il futuro. Perché questa città tornerà grande solo quando saprà riconoscersi nella sua stessa luce. Con stima e profonda condivisione.

Avv. Lucio D’Avino

Consigliere comunale Oplonti Futura