Poppea sui silos di Torre si farà. E accompagnerà una svolta epocale
AGORÀ
19 ottobre 2025

Poppea sui silos di Torre si farà. E accompagnerà una svolta epocale

Corrado Cuccurullo*

Ho letto con profondo interesse l’editoriale del Direttore Raffaele Schettino del 16 ottobre scorso. E desidero esprimere il mio totale e incondizionato supporto alla sua proposta, che non è solo un’idea, ma una vera e propria suggestione strategica per la nostra città.

Il Direttore ha colto un punto cruciale che è al centro anche dell’agenda politica della mia Amministrazione: la necessità di invertire la prospettiva e trasformare ciò che oggi appare come un detrattore urbano – i massicci silos del porto – in una straordinaria opportunità: una monumentale “tela urbana” affacciata sul mare, capace di generare valore e attrattiva.

E condivido pienamente l’idea di raffigurare sui silos la figura di Poppea, la signora di Oplonti. Non è solo un omaggio alla memoria storica che ci definisce, ma conferirebbe a Torre Annunziata un respiro internazionale nel circuito della cultura e del turismo della Grande Pompei. L’impatto di questa operazione andrebbe ben oltre i confini del dibattito urbano. I silos riassumerebbero in sé la nostra storia industriale e culturale e, al contempo, fungerebbero da faro proiettato verso il domani. Diverrebbero un simbolo visibile e potente, storico e paesaggistico, visibili a chiunque entri dalla porta di ingresso naturale della Costa del Vesuvio con ogni mezzo.

Sono convincenti anche le considerazioni del Sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio (17 ottobre): Pompei è il volano ineguagliabile del turismo campano e di questa nostra area, ma la sua vera forza risiede nella capacità di irradiare questa attrattiva. È qui che si inserisce l’intuizione vincente del Direttore Gabriel Zuchtriegel: Oplontis, Boscoreale e Stabia non sono appendici minori, ma parti essenziali del brand globale “Grande Pompei”. Questo significa entrare a pieno titolo in un circuito di inestimabile valore. E il volto di Poppea proiettato sul mare ci connette intimamente a questa grande narrazione.

La Grande Pompei e la Costa del Vesuvio sono un concentrato di opportunità turistiche che si rafforzano a vicenda: dal turismo storico-culturale che ci unisce, a quello religioso, all’incredibile attrattiva ambientale del Vesuvio e del Golfo. Aggiungiamo a questo l’eccellenza enogastronomica della nostra terra e oggi, grazie all’hub polifunzionale del Maximall Pompeii di Torre Annunziata, siamo in grado di beneficiare anche del cruciale sviluppo del turismo convegnistico.

Come ebbi modo di sottolineare la scorsa primavera, in occasione del lancio del progetto «MyPolis» promosso dal direttore Schettino di Metropolis, credo sia giunto il momento di dotare quest’area di un unico manifesto per lo sviluppo economico e turistico, fondato su politiche di accoglienza, di qualità dei servizi e integrazione urbanistica uniformi e coerenti.

Ad esempio, il corridoio che parte dagli Scavi di Pompei, attraversa via Plinio e il Maximall – moderno attrattore commerciale e turistico – fino a giungere al porto di Torre Annunziata, deve essere uniformato e reso coerente dal punto di vista urbanistico. Dal porto si innesterebbe poi un secondo corridoio verticale, che risalendo tocca la Basilica della Madonna della Neve, la nuova piazza che nascerà al posto di Palazzo Fienga, la Villa di Poppea, Villa B, la Real Fabbrica d’Armi, per proseguire poi verso il Vesuvio lungo via Sepolcri e la storica via Matrone. Due corridoi che si intrecciano destinati ad armonizzarsi in un unico sistema: una dorsale culturale, urbana e paesaggistica capace di unire Pompei, Oplonti, il mare e il vulcano in un’unica esperienza territoriale.

Ecco perché la Poppea dei silos non è soltanto una suggestione, ma parte di una visione strategica più ampia. Un’immagine potente e coerente con la nostra identità, simbolo di una Torre Annunziata che diventa porta sul Mediterraneo della Grande Pompei.

Dopo aver letto l’editoriale del direttore Schettino, mi sono subito attivato: ho sondato informalmente la disponibilità del soggetto privato che gestisce i silos e ho ricevuto un riscontro positivo. Ma sono convinto che questo progetto, prima ancora che un’opera, debba essere un processo collettivo. Per questo propongo di chiamare la città a raccolta con un concorso di idee che coinvolga artisti, scuole, associazioni e cittadini.

La scelta di Poppea resta centrale – perché significa valorizzare la nostra storia e proporci come città culturale e identitaria – ma va accompagnata da un percorso partecipativo che restituisca orgoglio e appartenenza alla comunità, come abbiamo già immaginato per la prossima consultazione con la città per il Piano Urbanistico Comunale. Torre Annunziata ha bisogno di visioni capaci di rigenerare spazi e coscienze. La nostra città può rialzarsi solo con la forza della storia, della sua bellezza, e soprattutto della sua gente.

*Sindaco di Torre Annunziata