Sesto suicidio nelle carceri campane: Joseph muore ad Ariano Irpino
Nella notte fra il 19 ed il 20 ottobre, nel carcere penitenziario di Ariano Irpino (Avellino), si è consumata l’ennesima tragedia, Joseph Luki, cittadino nigeriano di circa 40 anni, è stato trovato privo di vita all’interno della sua cella, lascia una moglie e due bambini orfani di padre.
È stato disposto, dal procuratore della Repubblica di Benevento l’esame autoptico presso l’ospedale “San Pio” di Benevento, per gli accertamenti medico-legali.
Sessantotto i suicidi che fino ad oggi si sono registrati in Italia, di cui sei dall’inizio dell’anno in Campania, due suicidi a Poggioreale, due suicidi a Secondigliano, un suicidio a Benevento ed uno a Santa Maria Capua Vetere.
«L’emergenza, l’epidemia dei suicidi sembra non arrestarsi. C’è un vero e proprio pugno nello stomaco nell’indifferenza sia della politica che della società civile. Il governo, dalla sua parte, nega addirittura che ci sia un allarme legato ai suicidi » con queste dichiarazioni, il Garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello, cerca di mettere in allarme le alte cariche dello Stato.
Più volte i Garanti hanno richiamato l’appello-denuncia del Presidente Mattarella «al rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti, anche per chi si trova in carcere. L’alto indice di suicidi è prova di condizioni inammissibili, tra cui quelle del sovraffollamento».
«La politica deve intervenire sul sistema penitenziario, non agendo solo in modo pomposo sulla comunicazione della creazione di più posti e di ulteriori carceri, ma implementando il numero del personale educativo, degli psicologi, dei mediatori linguistici e, infine, ma non per importanza, anche sulla creazione di più misure alternative al carcere» conclude il Garante Ciambriello.
A questi dati se si aggiungono anche le trentasei morti in carcere ancora da accertare, il grido diventa ancora più allarmante.

