Il futuro dell’informazione nell’era dell’AI
Il mondo del giornalismo può sopravvivere all’intelligenza artificiale? Per rispondere a questa domanda è necessario comprendere se l’informazione e le nuove tecnologie dell’AI possono andare d’accordo. La ricerca condotta da Ebu e guidata dalla Bbc cerca di rispondere proprio a questa domanda. Lo studio è stato condotto attraverso ventidue media pubblici, tra i quali, è presente anche la Rai. I risultati della ricerca saranno presentati dal vivo domani a Napoli durante la News Assembly, nell’ambito del Prix Italia mentre online sono già stati pubblicati da Ebu.
Lo studio si è svolto attraverso una serie di domande sottoposte agli assistenti dell’intelligenza artificiale più usati. Per ogni paese partecipante allo studio (diciotto in tutto) sono state stilate trenta domande più una serie di quesiti extra specifici per i media delle singole nazioni (la Rai ad esempio ne ha aggiunte 10). I trenta quesiti sono stati posti all’intelligenza artificiale attraverso i sistemi di ChatGPT, Gemini, Perplexity e Copilot e i risultati si sono rivelati contrastanti: il 45% delle risposte ha evidenziato almeno un problema “significativo”, in grado di compromettere l’integrità della notizia, la percentuale sale poi all’81% se si considerano i problemi minori che distorcono solo parzialmente i fatti riportati.
Il problema principale per il quale l’AI non è in grado di rispondere correttamente a domande come “Da quale paese proviene Elon Musk?” oppure “Quante persone sono morte nel terremoto del Myanmar?” è da attribuire alle fonti che a volte non sono neanche citate nelle risposte fornite. Tutto ciò ha un impatto significativo sul mondo dell’informazione che pian piano sta cominciando ad avvicinarsi a quello dell’intelligenza artificiale, sono numerose le persone che usano assistenti di AI come fonti di informazione come riporta anche la Digital News Report del Reuters Institute ed è quindi necessario che le informazioni siano attendibili e non ci sia il rischio di generare fake news. Bisogna educare la società all’utilizzo corretto dell’AI anche per evitare che il mondo del giornalismo e i media pubblici perdano di credibilità e che rischino di essere sostituiti di sistemi poco precisi e talvolta scorretti.
Come ha sottolineato il direttore generale dell’Ebu Jean Philip De Tender: «Quando le persone non sanno di chi fidarsi, finiscono per non fidarsi più di niente», a pagare il prezzo della mancanza di fiducia sarebbe proprio il mondo del giornalismo, per questo è necessario effettuare una pressione maggiore sulla conoscenza dell’AI che può senza dubbio essere utilizzata in maniera utile ma deve anche essere affidabile. Ebu e i suoi membri invitano le autorità diregolamentazione nazionali e dell’Unione Europea affinché applichino le leggi esistenti in materia di integrità delle notizie, servizi digitali e pluralismo dei media. Infine, sempre secondo Ebu, bisogna anche implementare il sistema di monitoraggio degli assistenti IA in modo tale da renderlo indipendente ma soprattutto continuo per poter compensare l’inarrestabile sviluppo dell’intelligenza artificiale.

